Aggiornato il Dicembre 24, 2009 da Il Guru dei Film
Horror on the road anni 70 a tinte demoniache con Warren Oates e Peter Fonda.
Roger e Frank partono con le rispettive mogli in camper verso il Colorado per trascorrere una piacevole vacanza. I due amici, appassionati di motocross, deviano su un percorso sterrato e selvaggio dove poter finalmente lanciare le moto caricate sul camper; dopo una divertente giornata il gruppo si riunisce per la cena in una zona isolata nei pressi di un corso d’acqua. Roger e Frank si accorgono che dall’altra parte del fiume è in atto quella che sembra una festa hippy a base di sesso e droga, in realtà stanno per assistere a un rito demoniaco che prevede un sacrificio umano, i due amici pensano bene di allontanarsi e avvisare la ragazze ma scoperti iniziano una rovinosa fuga attraverso l’inospitale campagna del Texas.
Una pellicola che unisce "Rosmary’s baby" (1968), "Duel" (1971) e "Un tranquillo week end di paura" (1972) esiste e si chiama "In corsa con il diavolo", un cocktail micidiale teso e avvicente che scivola sui registri preferiti dal regista Jack Starrett, quelli dell’azione continua lungo gli sconfinati territori del Texas. In un decennio, gli anni 70, costellato di capolavori inesauribili per l’horror "In corsa con il diavolo" si guadagna un piccolo e meritato posto di rilievo appannato dalla sua scarsa visibilità (in Italia è uscito il dvd solo di recente), un suo interesse tardivo potrebbe essere rinnovato dal remake annunciato per il 2011.
Il regista specializzato in action di serie b, il più famoso è forse il blanxploitation "Cleopatra Jones" (1973), e con all’attivo la direzione di alcuni episodi di serial-tv storici ("Starsky e Hutch", "Hazzard") si immerge nel buio primordiale degli Stati Uniti D’America, in luoghi in cui il Male esiste da sempre in agguato, dove gli uomini al suo servizio non sono altro che uno strumento per un disegno più grande e incomprensibile. Sin dal prologo svetta un vecchio albero, bruciato dalle fiamme dell’inferno, con ramificazioni biforcute come la lingua di un serpente, il simbolo del Male originario-padrone della terra e dello stesso film: è ai suoi piedi che si consuma il rituale notturno orgiastico a cui assistono Roger e Frank.
Per i cultori del filone demoniaco "In corsa con il diavolo" è un punto di riferimento assoluto, dato la materia trattata è facile scadere nel ridicolo ma il polso di Starrett, grazie alla solida sceneggiatura di Wes Bishop e Lee Frost, è sempre fermo e pronto a riprendere ogni fotogramma con grande senso di realismo. La sequenza del sacrificio iniziale, intorno alle fiamme di un enorme fuoco, è indimenticabile e ritrae un gruppo di persone intente in una litania demoniaca, quello che sembra un sacerdote coperto in volto da una maschera inquietante, brandisce all’improvviso un coltello sulle giovani carni di una ragazza nuda sollevata da braccia invasate. Da notare il retroscena che vuole dei veri satanisti ingaggiati per il film (!).