Aggiornato il Gennaio 11, 2008 da Il Guru dei Film
Will Smith è il protagonista del nuovo adattamento del romanzo di Richard Matheson che racconta la storia dell’unico uomo sano sulla Terra abitata da Vampiri-zombie.
Io sono leggenda è un mitico romanzo breve (in Italia è stato da poco ristampato da Fanucci) di un grande scrittore, autore di racconti geniali, molto amato dal cinema, Richard Matheson. Per uno strano destino uno dei titoli più celebri di questo maestro della fantascienza e dell’horror aveva generato due film a basso costo e ancora più bassa qualità, L’ultimo uomo della terra (1964), con Vincent Price, e Occhi bianchi sul pianeta terra, con Charlton Heston, del 1973. Oggi, complice Will Smith, uno dei più accaniti e celebri dei sostenitori di Obama nella sua corsa verso la Casa Bianca, la nuova versione di Io sono leggenda negli Usa è un blockbuster lanciato ora alla conquista del resto del mondo. La storia, scritta con talento profetico nel 1954, racconta appunto dell’ultimo uomo rimasto vivo sulla Terra a causa di una cura per il cancro che si è trasformata in un virus letale. Per la verità il nostro uomo non è solo: accanto a lui è rimasto vivo e vegeto il suo cane. Il problema è che gli altri abitanti sono dei vampiri che, fedeli al loro destino, escono solo di notte. L’idea che si tratti di vampiri è un geniale rovescimento del Dracula classico, dove il vampiro è uno solo in un mondo di umani. Qui invece è rimasto un solo uomo sano in un mondo di vampiri che poi sono degli zombie affamatissimi, incazzatissimi, velocissimi (pensate dal ’54 a oggi quanti film vi vengono in mente con la situazione zombie contro umani. Capito chi è Matheson?) La vita dell’unico soggetto sano rimasto sulla Terra si svolge cosi’: di giorno se ne va in giro con il suo cane a cercare altri umani sani e tutto ciò che gli possa servire per difendersi dai vampiri e sopravvivere (agli oggetti che si potevano cercare negli anni ’50 ora si aggiunge roba tipo Dvd). Già, perché dal tramonto in poi il nostro vive asserragliato in casa. D’altra parte lui è un militare, nonchè ricercatore medico, quindi oltre a essere un esperto di ogni tecnica di difesa e un mago del bricolage domestico è anche in grado di cercare la cura a questo delirio. Va detto che la grande invenzione di Will Smith e del regista Francis Lawrence (Constantine) è di aver ambientato la storia in una New York desolata come la Monument Valley e i deserti di John Ford. Il fascino della megalopoli per eccellenza presentata come puro paesaggio privo di esseri umani è irresistibile. Questo è uno di quei casi in cui si può davvero fare ‘oh’ davanti ai prodigi della computer graphic. Will Smith che, va detto, è uno dei personaggi con più groove dello star system hollywoodiano (ma con quello che ha guadagnato come rapper ci campa un’azienda), si produce in un adrenalinico one man show da vero mattatore. Gli unici problemi gli arrivano dalla sceneggiatura che nel finale, allontanandosi dal racconto di Matheson, si ingarbuglia un po’, facendo calare il ritmo. Il pubblico americano non se n’è accorto. E poi con quello che troppo spesso passa il cinema di zombie e vampiri …
Paolo Biamonte