Joko invoca Dio…e muori (1968)

Aggiornato il Giugno 4, 2009 da Il Guru dei Film

Film: Joko invoca Dio...e muoriAtipico spaghetti-western contaminato da atmosfere horror diretto da Antonio Margheriti, uno dei migliori registi del cinema di genere italiano.

Joko (Richard Harrison) vuole vendicare i suoi compari deceduti per mano di una banda di malviventi che ha sottratto loro un ingente bottino prelevato dopo una rocambolesca rapina. Joko segue le tracce dei farabutti eliminandoli uno dopo l’altro ma a sorpresa scopre che Mendoza (Claudio Camaso Volonté), l’amico che credeva morto, è in realtà il folle capo dell’organizzazione criminale.


Sul finire degli anni 60 il redditizio filone del western all’italiana comincia a subire un progressivo mutamento in diverse direzioni, capaci a loro volta di creare delle vere e proprie sotto-categorie all’interno del genere: il western-gotico e il western-comico sono quelle principali. Margheriti, conosciuto più che altro per i suoi film fantastici (“I diafanoidi vengono da Marte“, “Danza macabra“, ecc.), è qui al suo secondo western, dopo “Joe L’implacabile” dell’anno precedente, che si può considerare probabilmente il primo western a tinte horror del cinema italiano.

Joko invoca Dio…e muori” ha un atmosfera cupa e minacciosa introdotta sin dal prologo riguardante l’esecuzione di Rikie, uno degli amici di Joko, squartato per mezzo di corde tirate dai cavalli dei banditi disposti in cerchio intorno alla vittima. La componente horror è però da ricercare, oltre che per certe sequenze notturne e una fotografia lugubre, nella figura assolutamente memorabile del villain Mendoza interpretato da Claudio Camaso Volonté (“Reazione a catena“), fratello del celebre Gian Maria Volonté. Mendoza sembra uscito da un horror dell’espressionismo tedesco, oppure da un fumetto gotico (tra l’altro usa dei guanti gialli come i personaggi della Disney) ma può ricordare anche il Barone Samedi della cultura vudù per il suo particolare look con tuba e palandrana, cadaverico in volto e ricoperto negli indumenti e sulla pelle di una pellicola gialla per via della sua passione per lo zolfo, il materiale estratto in una solfatara divenuta il suo inquietante nascondiglio. Può sembrare un azzardo ma anche il recente Joker di Heath Ledger (“Il cavaliere oscuro“) appare come una versione aggiornata di Mendoza.