L’uomo con i pugni di ferro: recensione

Aggiornato il Maggio 10, 2013 da Il Guru dei Film

l'uomo con i pugni di ferro Mettete insieme Robert Fitzgerald Diggs, in arte RZA – star dell’Hip Hop, attore, regista e sceneggiatore -, Quentin Tarantino…

– Deus ex Machina -, Eli Roth – co-sceneggiatore e produttore -, un cast assortito e stellare – Russel Crowe, Lucy Liu, Cung Le, Jamie Chung, Pam Grier, lo stesso RZA – i migliori esperti di kung fu e di scene di combattimento e quello che ne viene fuori non può che essere un mix adrenalico e ipertrofico di azione e avventura, come recita l’incipit delle note di produzione.

 

l'uomo con i pugni di ferro

“L’uomo con i pugni di ferro” è infatti un crogiolo dove si fondono generi e citazioni di ogni tipo e natura, con un fil-rouge (ma parecchio rouge) pulp e un evidente omaggio ai classici della filmografia sulle arti marziali: non mancano echi e richiami ai maestri diretti o “indiretti” (Tarantino in primis ovviamente, ma anche Sergio Leone e Zhang Yimou) e il setting orientale si fonde con il western dello sceriffo Crowe e con le icone, sempre in voga, del mondo dei supereroi.

E così, tra personaggi metà umani e metà macchine, duelli volanti e grande spargimento di sangue, il film scorre velocemente grazie anche ad un montaggio serrato che dà ritmo alla narrazione.

Un racconto a volte un po’ convulso che toglie forse spazio alla descrizione e costruzione dei caratteri e all’approfondimento degli intrecci che li legano, anche se non è difficile immaginare che l’obiettivo dei filmakers non fosse proprio quello di scavare nelle pieghe nascoste dell’animo dei protagonisti, ma piuttosto divertirsi a squarciarne i corpi con lame taglienti, armi letali e naturalmente “pugni di ferro”.

Paolo Piccioli