Aggiornato il Dicembre 29, 2014 da Il Guru dei Film
Quale star internazionale non nasconde nel proprio armadio qualche scheletro e qualche ‘buco nero’, opportunamente nascosto alla stampa e ai media?
Considerando quanto sostiene la cronaca, è facile immaginare vite dissolute e vizi a telecamere spente e, se c’è qualcuno che fa eccezione, non si tratta certo di Robert De Niro, almeno a giudicare dalla biografia dell’attore (De Niro, a Life) scritta da Shawn Levy, critico cinematografico da non confondere con l’omonimo regista.
L’immagine che appare di Robert è quella di un uomo autoritario, arrogante, dedito alla cocaina e al sesso, a partire dagli anni ’70. È questo il periodo in cui Robert ha conosciuto la fama, sono gli anni di Taxi Driver e gli anni in cui – sembra – De Niro sia caduto in una spirale di droga ed eccessi, al fianco del suo amico John Belushi. Per la precisione, Levy racconta che la sera in cui Belushi morì a causa di una dose letale di cocaina ed eroina, De Niro aveva trascorso qualche ora in sua compagnia, prima di lasciarlo nella sua stanza, inconsapevole che di lì a poco sarebbe scomparso.
Levy indaga anche nella vita amorosa dell’attore – dalla relazione con Whitney Houston, a quella con Uma Thurman e con una giovanissima Naomi Campbell – e sottolinea che De Niro preferiva ragazze afro-americane, che trattava però malissimo, tanto da costringere una delle sue ‘amanti’ ad abortire contro la sua volontà.
Un ritratto decisamente poco lusinghiero dell’attore, che non ha ad ogni modo commentato l’immagine di sé creata da Levy.