La foresta dei pugnali volanti (2004)

Aggiornato il Aprile 2, 2009 da Il Guru dei Film

Il film vuole comunque essenzialmente comunicare passione, un crudele “gioco” d’amore e morte che coinvolge i tre interpreti principali in una rivisitazione del classico triangolo amoroso tormentato: l’attore giapponese Takeshi Kaneshiro (“Angeli perduti“, “Red Cliff“) è il soldato in missione Jun, donnaiolo che cede alle grazie della bella assassina Mei, interpretata dall’incantevole Zhang Ziyi che è un pò il simbolo del wuxiapian patinato del nuovo millennio avendo presenziato anche ne “La tigre e il dragone” e “Hero“. Andy Lau (“As tears go by“, “Infernal Affairs“) è invece il serioso Leo, il suo personaggio defilato all’inizio entra con prepotenza verso il finale con tragiche rivelazioni che scombussalono tutti gli equilibri tra i personaggi. Tutto è meccanico e ripetitivo: identità nascoste e colpi di scena( alcuni telefonati: la cecità presunta di Mei) si mischiano in un contesto degno di una telenovela, peccato perché traspare anche una certa freddezza.

Film: A house of flying daggers

La foresta dei pugnali volanti” è trascurabile anche sotto il profilo delle arti marziali, l’action director è Tony Ching Siu Tung (“Storie di fantasmi cinesi“), un grande del passato e uno dei più convinti sostenitori del wire-work, grazie a lui si può apprezzare qualche ottimo combattimento(i soldati che muovono l’attacco in equilibrio sugli alberi) ma non basta a nascondere la mancanza di naturalezza degli scontri, sempre accompagnati dagli ingombranti effetti speciali (le riprese in soggettiva dei pugnali in volo per es.) e dell’uso pedestre del ralenti da parte di Zhang Yimou. Nel duello finale appare tutto forzato: i protagonisti sembrano morti e invece risorgono più volte, il combattimento inizia in primavera e finisce in una tormenta invernale (ovviamente perché gli schizzi di sangue sulla neve sono più cool), compare anche la canzoncina d’amore cantata con il pianto in gola da uno degli interpreti. Terribile.

A costo di apparire puristi si consiglia almeno di recuperare i veri capolavori wuxiapian del passato recente come “Ashes of time” (1993) e “The Blade” (1995) e di non dare troppo peso a film modaioli e di scarsa rilevanza artistica come questo “La foresta dei pugnali volanti“. Nel 2006 Zhang Yimou ha diretto il pomposo e colorato “La citta proibita” che suggella (per modo di dire) la sua personale visione del wuxiapian cinese che, a onor del vero, è piaciuta (purtroppo) alla stragrande maggioranza di critica e pubblico.

Titolo Originale: “House of Flying Daggers” (ingl.)
Paese: Cina/Hong Kong
Rating: 5/10