Messaggi da Forze Sconosciute (1978)

Aggiornato il Novembre 27, 2014 da Il Guru dei Film

Il kung fu fantasy con David Carradine e Christopher Lee.
In un’epoca imprecisata l’avventuriero Cord partecipa a un torneo di arti marziali il cui premio è la via verso il misterioso Zetan, custode del libro della saggezza. …

Cord viene sconfitto con l’inganno ma l’uomo non desiste e si spinge in zone impervie dove incontra un misterioso viandante che lo introduce ai pericoli da affrontare, una serie di prove di lotta e astuzia che possono condurlo al cospetto di Zetan.

Gran parte dell’interesse intorno a “Messaggi da Forze Sconosciute” deriva dal fatto di essere un soggetto da ricondurre niente meno che a Bruce Lee in persona, insieme al collega-allievo James Coburn, un’idea di cinema avventuroso concepita già a partire dagli anni 60. Dopo la morte prematura di Lee nel 1973 è Coburn a tenere vivo il progetto sino a trovare dei produttori disposti alla realizzazione con inevitabili modifiche di sceneggiatura, il risultato è abbastanza deludente visto le premesse, ma con sufficienti tracce attribuibili al pensiero di Bruce Lee, con similitudini al coevo “Game of Death” (il postumo “L’ultimo combattimento di Chen”), sul percorso di formazione del protagonista che deve affrontare un crescendo di prove e avversari al fine di temprare lo spirito ancora prima del corpo.

“Messaggi da Forze Sconosciute”, titolo italiano che non c’azzecca niente, da veri buontemponi dato che sembra più adatto a un film di fantascienza, è un autentico b-movie delle arti marziali che nonostante i limiti enormi ha dei motivi degni di nota. I problemi principali si possono ridurre a due: il protagonista Cord interpretato da Jeff Cooper e i combattimenti, insomma mica poco. Cooper è anche simpatico e con un fisicaccio palestrato niente male, gira per tutto il film a petto nudo con fierezza, il volto però tradisce un’età troppo matura per il personaggio (over 40), la permanente cotonata dei capelli inoltre provoca ilarità. Come se non bastasse nelle arti marziali è negato, ma sono tutti gli scontri in gran parte a base di kung fu a deludere nelle coreografie, fiacchi e poco spettacolari. La “bellezza” di Circle of Iron (titolo originale) risiede nell’atmosfera fantasy e nei suoi bizzarri personaggi, uno degli aspetti migliori è l’epoca indistinta della vicenda, potrebbe essere il medioevo dalle parti del (medio)Oriente, oppure un futuro tribale e superstizioso, non è dato sapere.

La fama raggiunta con la serie tv “Kung Fu ” permette a David Carradine di entrare nella produzione e di imperversare interpretando ben quattro personaggi differenti, in origine parte prevista per Bruce Lee, con altrettanti stili di lotta che sono poca cosa e purtroppo indistinti, il principale e più riuscito è senza dubbio il viandante cieco abile nelle arti marziali (Zatoichi docet). Il tratto distintivo di questa figura ascetica è il lungo flauto a forma di canna, usato per le evenienze anche come arma, dal quale si diffonde una bella melodia che compone la base della colonna sonora. Una caratterizzazione che ha varcato il tempo, omaggiata da Tarantino in “Kill Bill” con lo stesso Carradine che si autocita suonando un flauto nel ruolo di Bill. Da rimarcare che il film è conosciuto anche come “The Silent Flute”, il titolo della prima stesura. Gli altri personaggi di Carradine sono: un uomo-scimmia a capo di un branco di ominidi pelosi, una delle follie della pellicola, un generale lottatore baffuto come Gengis Khan di nome Chang Sha e per finire la Morte stessa, altro delirio, raffigurata con una tuta nera dalle forme feline risibili, nascosta senza troppa fortuna dalle ombre della notte.

Il film è l’unica regia di Richard Moore, meglio conosciuto come direttore della fotografia (Joe Bass L’implacabile, Annie), più adatta ai tempi di un serial tv che a un film d’azione, abbastanza abile comunque nel gestire le belle locations desertiche ricavate in Israele. Circle of Iron non disdegna la violenza ma si ricorda più per i momenti comici, altra sorpresa, i più divertenti sono da ricercare nel prezioso cammeo di Eli Wallach nella surreale sequenza dell’uomo nel pentolone e in tutti i dialoghi tra Cord e il maestro cieco di Carradine. Cord nel film ha fatto il voto di castità ma per lui c’è in serbo l’ignuda odalisca di Erica Creer, bella attricetta sparita nel giro di poco tempo. Piccola parte anche per Roddy McDowall, il futuro Peter Vincent di “Ammazzavampiri” (1985), lo si scorge nei primi minuti. L’avversario inseguito lungo tutto il film, Zetan, è interpretato da Christopher Lee, per non togliere quel briciolo di pathos e attesa si può dire ben poco, se non che il mitico attore ricorda nei paramenti sacrali alcuni personaggi interpretati nel passato per la Hammer.

 

Tit. Originale: Circle of Iron
Paese: USA
Rating: 6/10