Aggiornato il Aprile 2, 2009 da Il Guru dei Film
Paul McGuigan è a suo agio nelle strette vie della città costellata di grattacieli e traffico caotico, con una regia a dir poco virtuosa composta di riprese a mano e angolazioni davvero insolite, valorizzata da un montaggio preciso e, per fortuna, poco concitato come capita sempre più di frequente. Al contrario di quanto si può immaginare gli effetti speciali sono utilizzati il meno possibile e solo quando necessari, la tecnica del green-screen (i fondali inseriti digitalmente) è praticamente assente per donare maggiore realismo, una condotta di lavorazione che ricorda proprio il cinema di quelle parti, difatti la manovalanza tecnica (scenografi, stuntmen, ecc.) di alta e riconosciuta professionalità è stata reclutata sul posto.
Se “Push” ha un difetto è quello della trama inutilmente intricata, legata ad una misteriosa valigetta e un fantomatico farmaco miracoloso, piuttosto difficile da seguire quando si è più interessati ai poteri che vengono esibiti a turno dai vari personaggi, tutti alquanto affascinanti e con un’aurea credibile e misteriosa. Vi sono diversi tipologie di poteri che differenziano chi li possiede: I Movers, coloro che spostano gli oggetti con la mente, i veggenti/Watchers che riescono a vedere il futuro, i bleeders che con la forza delle urla possono fare esplodere i vasi sanguigni, gli Sniffs abili a ricostruire i movimenti delle persone annusando i loro oggetti, i Shifters si comportano come dei maghi e riescono a trasformare temporanemente un oggetto in uno diverso, i Wipers che possono cancellare la memoria, gli Shadows abili nell’occultamento anche di interi palazzi se necessario, gli Stitchers possono curare una ferita/malattia oppure provocarla, infine ci sono i più pericolosi e potenti i Pushers (da cui il titolo) in grado di manipolare la mente altrui a piacimento.
I protagonisti di “Push” sono dei ragazzi della seconda generazione di super-uomini: gli ottimi Chris Evans (“Sunshine“), un Mover, Dakota Fanning ( “La guerra dei mondi“), una veggente e l’esotica bellezza Camilla Belle (“10.000 A.C.“), la manipolatrice mentale Kira Hudson, ricoprono i ruoli dei tre principali ricercati dall’elegante e potente Henry Carver, interpretato dall’attore di colore Djimon Hounsou (“Blood diamond”).
Le sequenze d’azione non mancano e alcune sono davvero fantasiose e spettacolari come lo scontro a fuoco eseguito con delle pistole “guidate” a distanza all’interno di un ristorante, il finale posto all’ultimo piano di un grattacielo in costruzione rimanda a certi action fragorosi tipici di Hong Kong (clamorosa e geniale la citazione dei due killer che sono indotti a puntarsi le pistole in una posizione classica “alla John Woo”) e a duelli corpo a corpo che possono ricordare quelli della saga “Matrix” ma eseguiti con effetti ottici inediti e raffinati.
“Push” è un film divertente con un ottima fotografia e una colonna sonora intrigante che gioca con temi complessi e poco esplorati come i poteri mentali e l’influenza esercitata sulle persone ma anche la determinazione della casualità degli eventi e le scelte dei singoli in grado di modificare il futuro. La pellicola è stata prodotta con un budget ridotto, meno di 40 milioni di dollari, ma questo non ha scongiurato incassi deludenti, tanto che la voglia di sequel che il finale fa intuire molto probabilmente non verrà soddisfatta. Peccato.
Titolo Originale: “Push”
Paese: U.S.A.
Rating: 7/10