Quel treno per Yuma. A scuola di remake

Aggiornato il Ottobre 19, 2007 da Il Guru dei Film

Quel treno per Yuma

50 anni dopo il leggendario western tratto dal libro di Elmore Leonard e firmato da Dalmer Daves con Glenn Ford e Van Heflin, James Mangold dirige una nuova versione con Russell Crowe e Christian Bale. Un grande Peter Fonda nel ruolo di un bounty killer.


Quel treno per Yuma è un capolavoro del western che ha giusto 50 anni. Delmer Daves lo ha diretto nel 1957, adattando un racconto di quel genio della narrativa cinematografica di Elmore Leonard. I protagonisti erano Glenn Ford, nel ruolo, insolito per lui del cattivo (ma fascinoso) e Van Hefflin in quello del buono. Le sue caratterische fondamentali sono l’elogio della morale e dei sentimenti umani in contrasto con un mondo senza legge e la centralità del confronto tra psicologie umane. Per questo motivo più d’uno lo ha accostato a Mezzogiorno di fuoco, e più d’uno lo ha giudicato addirittura migliore. Tanto per accostarsi a un titolo temporalmente più a portata di mano è un po’ la linea seguita da Clint Eastwood per Gli spietati.
James Mangold, il talentuoso regista di Walk the line (Oscar per Reese Witherspoon) ha girato un remake di Quel treno per Yuma assolutamente all’altezza dell’originale. Per ottenere questo risultato ha essenzialmente lasciato le cose come stavano: il cattivo fascinosissimo è Russell Crowe, il suo antagonista per bene Christian Bale. Di nuovo c’è un aggiornamento del genere western secondo la lezione dei grandi maestri del genere venuti dopo Daves, in special modo Peckinpah e Leone. Il che vuol dire rendere tutto più esplicito, violenza, sesso e sottintesi freudiani. Veniamo alla trama: Dan Evans (Christian Bale) è un ex cecchino che ha perso una gamba nella Guerra di Secessione e che ora si è trasferito con la famiglia in Arizona per fare il contadino nel suo ranch. Le cose gli vanno malissimo: c’è un vicino arrogante che lo vuole cacciare, ci sono ancora le scorrerie degli Indiani e, soprattutto, in giro c’è la gang guidata da Ben Wade (Rusell Crowe), un criminale molto consapevole del proprio carisma che vive assaltando diligenze, rapinando banche e uccidendo tutti quelli che provano a ostruirgli la strada. E se c’è qualche vittima innocente, beh, poco importa. Dopo una serie di eventi dettati anche dal destino, Evans si ritrova a scortare Wade, che nel frattempo è stato catturato e ammanettato, nella vicina città di Contention da dove, alle 3.10 parte il treno che lo conduce a Yuma, dove è atteso da una condanna a morte. (il titolo originale è 3:10 to Yuma). Che tipo sia Wade dovrebbe essere abbastanza chiaro: forse si può aggiungere che Russell Crowe ne fa un uomo che si muove come se fosse su un palcoscenico. Di Evans va detto invece qualcosa di più: è uno che tenta di seppellire il suo passato (faceva il cecchino) nella vita di campagna, tenendosi il più lontano possibile dai guai. I problemi cominciano con l’avvento di Wade: il povero Evans si convince di aver perso la stima della moglie e del figlio, che infatti stravede per Wade. E’ indiscutibile che questo sia il background che lo spinge ad accompagnare il fuorilegge a prendere l’ultimo treno della sua esistenza selvaggia. Non è stato soltanto il denaro che gli è stato offerto e che gli servirà a pagare i debiti accumulati nella sua nuova esistenza di persona tranquilla. Due attori meritano una citazione: Peter Fonda, bounty killer di professione, che vuole riscuotere la taglia su Wade prima che il Governo lo uccida gratis, e Ben Foster, nel ruolo di un killer che è il vice di Wade al quale è legato da un sentimento che è lo stesso dei due nazisti dell’Illinois dei Blues Brothers.
Paolo Biamonte