Se sei vivo spara (1967)

Aggiornato il Luglio 22, 2009 da Il Guru dei Film

Film: Se Sei vivo sparaIl Film di Giulio Questi girato nel 1967 è considerato lo spaghetti-western più violento mai realizzato. Con il grande Tomas Milian.

 


Scampato alla furia omicida dei suoi compagni di rapine Hermano (T. Milian) viene curato da due indiani con i quali raggiunge un vicino villaggio. Nell’inospitale cittadina di frontiera i traditori fuggiti con il bottino hanno trovato la morte per mano degli abitanti inferociti, nel frattempo l’oro che avevano trafugato scompare misteriosamente. Interessato a recuperare la refurtiva il signorotto locale Sorrow e i suoi sgherri tentanto di rianimare l’ultimo dei banditi sopravvissuti, colpito da Hermano che si inserisce nella tortuosa ricerca dell’oro.

Nella riesumazione del cinema di genere italiano che ha animato la critica più attenta negli anni 90, il film di Giulio Questi è stato uno dei più celebrati e nominati, con merito, dato che si tratta di un’opera potente ed originale. Si è insistito molto sul tasso di violenza presente nella pellicola, resta l’elemento per cui è ancora ricordato, con il rischio di dimenticare che si tratta anche di uno dei più cupi e spietati western mai realizzati. Giulio Questi al suo primo e unico western compie un ulteriore rottura dei canoni tipici del genere, con un film anti-spettacolare e senza eroi, lontano dagli schemi imposti da Sergio Leone.

Le atmosfere presenti sin dal prologo sono allucinate e prossime all’horror, Hermano risorge come un morto vivente da una fossa, è un bandito a capo di un gruppo di peones eliminati dalla banda con cui avevano eseguito una rapina sanguinosa. Tomas Milian è al suo terzo western (dopo “The Bounty Killer” e “La resa dei conti”), un volto perfetto per il genere tanto da diventare una vera e propria icona, l’attore si produce in un’interpretazione sofferta ed intensa, in una sequenza di tortura che lo vede protagonista assume le sembianze del cristo in croce.

Film: Se sei vivo, spara

Giulio Questi ha un approccio intellettuale alla materia, una dichiarata volontà di elaborare la violenza cieca della seconda guerra mondiale vissuta dal regista nelle formazioni partigiane in Valtellina, le tremende sequenze di impiccagione ai danni della banda di gringos testimoniano il pozzo nero in cui precipitano i rispettabili cittadini , a loro volta corrotti nell’anima (i personaggi squallidi di Templer e Hagerman). I momenti più famosi che hanno subito il taglio della censura sono comunque l’asportazione dei proiettili dal corpo di Oaks, il capo-banda dei banditi, sul quale i cittadini infieriscono quando scoprono che le pallottole sono di oro puro, lo scotennamento dello scalpo di un indiano vittima di un rigurgito razzista. In entrambi gli episodi non si risparmiano dettagli sanguinolenti e inquadrature di lame che affondano nella carne (nel primo caso prontamente recuperata da una macelleria).

Un altro aspetto che ha fatto molto discutere è la presenza di cowboy-gay nero-vestiti e lascivi che formano la manovalanza del boss Sorrow; una rappresentazione insolita dai risvolti inquietanti dato che a farne le spese è Evan (un Ray Lovelock adolescente),il figlio dell’influente Templer, l’unico personaggio innocente dell’intera vicenda vittima delle attenzioni degli uomini di Sorrow. Pare che in origine fosse prevista anche la sequenza con un travestito, poi auto-censurata dalla stessa produzione. “Se sei vivo spara” è un western anomalo privo quasi di sparatorie, alcuni personaggi come la moglie di Hangerman imprigionata in casa perché considerata pazza ricordano le opere di Corman e della Hammer, una sensazione che viene accentuata nella sequenza finale dell’incendio in puro stile horror gotico, qui compare un altro celebre episodio con la colata bollente dell’agognato oro che scivola sul volto di uno degli avidi protagonisti.

La storia insolita a cura di Franco Arcalli ha forse il difetto, ad un certo punto, di insistere troppo sulla ricerca dell’oro scomparso, lo sceneggiatore stretto collaboratore di Questi è anche il montatore della pellicola che, in alcuni passaggi, intercala le immagini con effetti subliminali (per es. la sequenza del cavallo-bomba), un altra sperimentazione che rende “Se sei vivo spara” un’opera imperdibile. Le belle musiche sono composte da Ivan Vandor. Giulio Questi in seguito gira solo altre due pellicole: il thriller anti-consumista “La morte ha fatto l’uovo” (1968) e il surrealista e poco visto “Arcana”(1972).

Paese: Italia
Rating: 8/10