Aggiornato il Marzo 31, 2011 da Il Guru dei Film
Il thriller (para)psicologico di Lucio Fulci.
Sin da bambina Virginia si è accorta di avere poteri premonitori, in grado di avvertire i tragici eventi. La donna vive ora felice in Toscana insieme al ricco marito Francesco; Virginia però è colpita da un'altra spaventosa visione di morte: una donna riversa nel sangue vicino a uno sconosciuto. Poco dopo Virginia visita un casolare abbandonato, proprietà di Francesco, e scopre che si tratta del luogo del delitto descritto nella visione, dietro una parete viene rinvenuto lo scheletro di una donna. Al rientro da un viaggio all'estero Francesco, dopo una breve indagine, viene accusato dell'omicidio ma Virginia è convinta che il vero assassino sia ancora in libertà.
Importante opera per il regista Lucio Fulci che comincia a esplorare i territori del fantastico puro, il preludio agli zombie-movie successivi ("Zombi 2", "L'aldilà"), "Sette Note in Nero" è considerato un (giallo)thriller a tinte horror inquietante, pieno di riferimenti onirici e parapsicologici che denotano il tocco inconfondibile del maestro. Un film potente, denso di atmosfere malsane come nei migliori lavori del regista, un concentrato di paura costruito su una sceneggiatura geniale trattata da Fulci stesso e i fidati Dardano Sacchetti ("Zombi 2") e Roberto Gianviti ("Non si Sevizia un Paperino") che riesce a tenere con il fiato sospeso sino a un finale che non delude, nonostante si possa intuire, aperto a una doppia interpretazione e ispirato ai racconti "Il Gatto Nero"(ripreso da Fulci per un altro film, "Black Cat", 1981) e "Il Cuore Rivelatore" di Edgard Allan Poe, scrittore definito da Fulci in una vecchia intervista come il suo preferito. Il film chiude una sorta di trilogia "thriller" eccezionale, si esclude il discreto "Una sull'altra" (1969), iniziata con "Una lucertola con la pelle di donna" (1971) e suggellata dal capolavoro "Non si Sevizia un Paperino" (1972), l'ennesima testimonianza di un autore che attraversa i generi disseminandoli di tesori preziosi.
La figura centrale è la bella Virginia, l'attrice Jennifer O'Neill ("Rio Lobo", "Scanners"), la vicenda è filtrata con i suoi occhi, le sue paure sono quelle dello spettatore, la ragazza è in possesso di una facoltà incontrollabile, la veggenza, non tenuta conto dalle persone che la circondano nonostante, da bambina, percepisce a centinaia di chilometri di distanza il momento del tragico suicidio della madre, pronta a gettarsi da una scogliera, una sequenza che recupera quella vista in "Non si Sevizia un Paperino", il volo dalla rupe, con gli stessi cruenti effetti splatter di un corpo (un evidente manichino) sfracellato sulle rocce. Il film del 1972 viene richiamato anche dalla presenza di Marc Porel, era il prete del paese, qui nel ruolo dell'amico di Virginia esperto di parapsicologia, insieme tentano di scavare nelle visioni della donna, emergono rivelazioni sempre più sorprendenti che possono confondere, e l'intento é proprio quello, per poi ricomporre nel finale una realtà lontana da quella percepita.