Shaggy Dog, un papà a quattro zampe

Aggiornato il Giugno 9, 2006 da Il Guru dei Film

ImageTim Allen è un procuratore distrettuale che diventa un cane attraverso lo scambio del Dna. Robert Downey jr. irresisitibile nel ruolo di uno scienziato pazzo. Nel cast anche Danny Glover.
 

Tra le regole auree della commedia c'è quella secondo la quale, quando un uomo e un cane si scambiano il corpo, fa ridere di più un uomo che si comporta come un cane che un cane che si comporta come un uomo. Su questo assunto è stato costruito Shaggy Dog…Papà che Abbaia non Morde, aggraziato remake di Geremia, cane e spia del 1959 con Fred MacMurray. Il protagonista e' Tim Allen nel ruolo di un procuratore distrettuale che, durante un'indagine sull'uso degli animali di laboratorio, viene impossessato da un cane del Tibet vecchio 300 anni. Grazie agli effetti speciali, la scena viene raccontata mostrando come il Dna del cane, formato da tante mini cellule di forma canina, passi nelle vene di Allen.
Cosi' come quello che inciampa, anche l'uomo a quattro zampe è un'infallibie fonte di riso, cosa che invece non è un cane sulle zampe posteriori. Qui c'è anche la scena del procuratore a quattro zampe che alza la sinistra per assegnare a un idrante il ruolo tradiziolmente svolto dagli alberi, insieme al balzo sul divano per disturbare le effusioni con il fidanzato.della figlia accesa di fervore animalista.
Il vero protagonista di Shaggy Dog è Robert Downey jr., restituito al cinema per l'ennesima volta dopo l'ennesimo disastro legato alla droga. Qui interpreta uno scienziato tutto tic e scatti e i capelli che sembrano percorsi dalla corrente elettrica che nei momenti più ispirati si comporta come un pazzo. E' lui il personaggio più divertente nonostante la presenza di due vecchi marpioni come Tim Allen e Danny Glover. Viene da pensare a uno sbaglio di casting: forse il personaggio del papà-cane doveva essere affidato proprio a Downey jr.
A parte il fatto che si tratta di un remake, non è certo a film come questo che si chiedono sorprese. Qui si punta tutto sulla gag, sulla bravura degli attori, sugli aspetti paradossali della storia di un uomo diventato cane.
Sarebbe stato più divertente se la trasformazione fosse stata spinta più in là e si fosse puntato magari sul rapporto con l'altro sesso, oppure nell'immaginare i pensieri di un cane.
Come in tutti i film per famiglia, anche questo non sfugge alla regola dell'happy ending. L'unica cosa da indovinare è come si fa a far tornare uomo il papà cane.
Paolo Biamonte