Aggiornato il Maggio 9, 2008 da Il Guru dei Film
Gli autori di Matrix hanno realizzato la versione cinematografica del celebre cartone animato giapponese proponendo un divertente e coloratissimo mix di cinema e computer grafica con Emile Hirsch, Susan Sarandon, John Goodman e Cristina Ricci.
Dimenticate la complessità filosofica e l’immaginario dark di Matrix. Per il ritorno in sala dopo la trilogia di Neo, i Watchowski hanno completamente cambiato il loro universo creativo entrando nel mondo del cartoon, dei manga e dei video game e hanno scelto di rivolgersi direttamente al pubblico più giovane Speed Racer è probabilmente destinato a essere ricordato come un punto di svolta nel rapporto tra cinema di attori, computer grafica e cartoni animati e il mondo delle consolle. Il nuovo film dei Wachowski è la trasposizione del cartoon cult di Tatuo Yoshida, andato in onda anche in Italia col titolo Go go Mach 5. Al contrario di Matrix, questa volta la trama è molto semplice: Speed Racer (Emile Hirsch) è un talento del volante, figlio d’arte. Il papà (John Goodman) è un costruttore di auto da corsa, la mamma (Susan Sarandon) un’appassionata che tiene i nuovi prototipi in salotto, Rex, il fratello più grande, è morto in corsa, Spritle (Paulie Litt), il fratello più piccolo insieme al suo inseparabile scimpanzè ChimChim è il suo tifoso più accanito. Le difficoltà di Speed Racer sono provocate da un cattivo che, attraverso gli sponsor, controlla il mondo delle corse e probabilmente ha ucciso Rex. Così si allea con il misterioso pilota Racer X per aprire le competizioni alla libertà e al talento. Speed Racer è puro divertimento fondato sull’assoluta inverosimiglianza. Gli attori sono usati come personaggi dei cartoon, si muovono in ambienti coloratissimi e la narrazione segue le regole del disegno per cui lo schermo puo’ essere riempito da un dettaglio che subito dopo si allarga in un paesaggio, magari uno skyline. Le corse sono la versione cinematografica di un video game, addirittura sono divise in quadranti, ognuno con una diversa ambientazione, proprio come nei giochi di guida. Tanto per dire: una parte nel Nord Africa, passa per la Grande Corniche della Costa Azzurra e si conclude alla Porta di Brandeburgo a Berlino. Lo sforzo maggiore dei Watchowski, almeno sul piano narrativo, sembra essere stato cosa raccontare tra una gara e l’altra. Per questo ci sono scene di arti marziali, le prodezze di Trixie (Cristina Ricci) la multi talentuosa fidanzata del protagonista, la sub trama dedicata a Racer X, la cui vicenda è un chiaro omaggio all’universo anime. L’elemento che più risalta è il colore, un modo per entrare in sintonia con la cultura pop e quel mondo sospeso tra fumetto, cartoon, computer e video game che monopolizza l’interesse del pubblico più giovane e sempre più influenza il cinema. E che non poteva non coinvolgere due narratori degli universi artificiali come i Wachowski.
Paolo Biamonte