Aggiornato il Maggio 27, 2010 da Il Guru dei Film
Se già nei capitoli precedenti era stata bandita ogni forma di approfondimento psicologico dei personaggi e uno spirito critico sul fenomeno inquietante per eccellenza come la Morte, in questo "The Final Destination 3D" conta solo il disimpegno totale e la ricerca di una resa spettacolare molto simile a quella servita nei parchi-divertimento, la pellicola è difatti un roller-coaster lungo, o meglio breve, 80 minuti intramezzati da uccisioni coreografiche inerti e un’immancabile colonna sonora metal. Gli sceneggiatori si sforzano, come ovvio, di risultare originali per architettare nuove morti violente, sempre più assurde e crudeli, il meccanismo alla fine è sempre lo stesso e collaudato anche in passato, ossia un effetto-domino di piccoli sfortunati eventi (una vite non fissata, un liquido infiammabile scivolato per terra, ecc.) che uniti portano a inevitabili tragedie, quasi sempre con effetti sanguinolenti, i migliori restano quelli dell’esplosivo prologo, venati in diverse situazioni di beffarda ironia (la scena dal parrucchiere, il risucchio dello scarico nella piscina, ecc.).
Gli interpreti rispecchiano i fedeli canoni del teen-horror, giovani, carini e piatti, insomma perfetti per la carne da macello, il protagonista Nick (Bobby Campo) possiede il dono di prevedere tragici eventi anche se non viene mai detto o fatto intuire per quali ragioni sia in grado di "sentire" la Morte che, a sua volta, è (non) annunciata da sfuggenti soffi di vento. Decapitazioni, smembramenti, incenerimenti, impalamenti e altre crudezze assortite, la migliore è forse quella congegnata-suggerita negli ingranaggi di una scala mobile in cui viene imprigionata una ragazza, sono l’unica e riconosciuta struttura del film condannato a tentare di stupire il pubblico ad ogni nuova esecuzione, non ci riesce quasi mai anche se resta sempre la curiosità di vedere quale ardita coreografia questa volta si sono inventati; a pensarci bene il macabro sottointeso intorno all’ora fatidica di ogni essere umano è a dir poco inquietante ma la sensazione è solo sfiorata in favore dei pezzetti di carne delle vittime messe in bella vista o di teste e occhi fatti saltare nelle angolazioni più spettacolari possibili.
I nomi dei personaggi ricordano quelli di famosi registi del genere horror, come il compianto O’Bannon ("Il ritorno dei morti viventi"), o addirittura di attrici presenti nei capitoli precedenti, uno dei protagonisti si chiama Larter come la Ali dei primi due episodi, vi sono inoltre altre citazioni/in jokes a riguardo il numero 180 dato al settore dell’autodromo, lo stesso del volo dell’aereo caduto nel primo "Final Destination", ecc. Il finale oltre a essere prevedibile è di una bruttezza sconcertante, questo non ha impedito il successo (imprevisto) e la pianificazione di un quinto capitolo in arrivo per il 2011. Per chi invece vuole testare a breve un altro horror in 3D, con le stesse tecniche di ripresa di "Avatar" (2009), l’appuntamento è per il 17 settembre 2010 con "Resident Evil Afterlife", un altro atteso quarto capitolo denso di azione e zombi da colpire in piena fronte.
Titolo Originale: "The Final Destination"
Paese: U.S.A.
Rating: 5/10