Aggiornato il Settembre 18, 2009 da Il Guru dei Film
Basato su una storia vera, il nuovo film di Steven Soderbergh vede uno spettacolare Matt Damon nei panni di un impiegato che per smascherare le malefatte della multinazionale per cui lavora diventa informatore dell’Fbi raccontando anche un sacco di balle.
Vi fidereste di uno che dice: "sono l’agente segreto 0014 perché sono due volte più furbo di 007"? L’ Fbi si, tanto da trasformare questo soggetto che sarebbe coperto di ridicolo in qualunque bar del mondo in un prezioso informatore.
Sembra incredibile ma è vero. Tanto che Steven Soderbergh da questa vicenda ha tratto il suo ultimo film, The informant!, passato a Venezia. Per Soderbergh, regista abituato a cambiare registro stiistico, evidentemente la paradossale storia di un impiegato realmente esistito raccontata in un libro di Kurt Eichenwald ha offerto l’occasione preziosa per girare un film che ha la struttura di un legal thriller, cita i polizieschi anni ’60 e ’70 (con il contributo decisivo della colonna sonora di Marvin Hamlisch) e assume i toni della commedia sospesa tra slapstick e noir.
Partiamo dal racconto: Mark Whitacre è un impiegato in ascesa di una multinazionale alimentare che scopre che il boss dell’azienda ha fatto accordi sotto banco per condizionare su scala globale il prezzo dei prodotti. Whitacre decide di svelare le trame segrete dei suoi capi all’ FBI, convinto così di ottenere il licenziamento del vertice dell’azienda diventando un eroe popolare e sull’onda di questa popolarità sedersi sulla poltrona del boss. Per sostenere il suo gioco Whitacre comincia però a fornire al Federal Bureau of Investigation informazioni inventate, vivendo in una realtà parallela in una situazione sempre più difficile.
A rendere il tutto ancora più surreale è il personaggio Whitacre, un uomo grassoccio, con la faccia da nerd, che porta una parrucca e si abbandona a monologhi interiori (che fanno da voce narrante) ai limiti del patologico, come patologica è la sua pulsione a mentire. A dare vita a Mark Whitacre è un Matt Damon in versione de luxe, che per entrare nella parte è ingrassato di 15 chili e ha recitato con un volutamente vistoso parrucchino (il vero Whitacre portava la parrucca) e dei supporti per arrotondare le guance. La super performance di Damon è l’atout supplementare di un film divertente e raffinato che, per lo sviluppo non canonico della trama, l’umorismo piuttosto dark e la critica dei meccanismi del potere, ricorda i fratelli Coen.
L’abbondante dose di commedia non copre però la realtà della storia così come non lo fanno le bugie del protagonista: la sostanza resta il cinismo della multinazionali e la logica del guadagno in spregio di qualunque etica e dei diritti del consumatore. Senza contare le manipolazioni del potere e la possibilità che un personaggio come Whitacre possa mettere in scacco l’Fbi. Soderbergh, che è il regista dei vari Ocean’s, ma anche di Sex lies and video tape, Il Che, Traffic, d’altra parte già in Erin Brockovich ha denunciato le malefatte di un colosso industriale (in quel caso colpevole di inquinare le falde acquifere di una piccola città californiana). In The informant! non ci sono però eroi. Piuttosto un uomo anche meschino, che denuncia la propria azienda perché vuole diventare il capo a furor di popolo e diventa informatore mescolando la verità a un sacco di balle. E che alla fine non può non risultare simpatico.
Paolo Biamonte