Aggiornato il Settembre 22, 2014 da Il Guru dei Film
Il secondo capitolo della scatenata saga indonesiana The Raid.
Il bagno di sangue della precedente missione è servito poco o nulla per debellare la corruzione nella polizia di Jakarta, l’agente Rama è chiamato a un ulteriore sacrificio, è in gioco la sicurezza personale e, soprattutto, quella della sua famiglia …
Rama viene convinto a una nuova prova, più rischiosa e incerta: infiltrarsi in una delle due gang più feroci della città per scoprire i contatti che la favoriscono. Il coraggioso agente deve ingraziarsi i favori del figlio di un boss chiuso in prigione, per attuare il piano il ragazzo viene quindi trasferito in uno dei peggiori carceri del paese sotto una falsa identità.
Il potenziale enorme intuito nel sorprendente “The Raid” (2011) deflagra in un sequel che risulta superiore sotto ogni aspetto: dalla storia più complessa, alla varietà dei personaggi e anche l’azione appare meglio incanalata da una regia che impressiona per ritmo e intensità. L’asticella del tasso di violenza subisce un ulteriore innalzamento, “The Raid 2” è materia brutale e sanguinosa, segue la linea del precedente capitolo ma ancora una volta riesce a sorprendere per cattiveria. Un assaggio è il prologo con una fucilata a brucia pelo ai danni di un malcapitato, fatto inginocchiare dinnanzi a una fossa scavata nella desolata campagna indonesiana. Il regista di origini gallesi Gareth Evans coglie il suo momento di grazia e capitalizza il successo del primo “The Raid” che gli permette un budget di produzione maggiore, inalterata resta invece la voglia di stupire con sequenze sempre più estreme e complesse.
Evans, anche sceneggiatore e coreografo, guarda ai migliori modelli del cinema action asiatico, non lo nasconde e, anzi, li assorbe e rielabora nella migliore accezione del termine, questa volta “The Raid 2” tende al cinema (sud) coreano di “A Bittersweet Life” e “The Man From Nowhere”, il tutto distillato nel vortice marziale dell’emergente tecnica Silat indonesiana. “The Raid 2” è un film di gangster, meno romantico dei suoi predecessori ma molto più scatenato e violento in termini di azione, a tratti, incontrollata e debordante. Evans sa bene che il pezzo forte sono gli scontri pazzeschi dei protagonisti, per contestualizzarli costruisce una faida di stampo gangster allo stesso tempo classica (clan rivali, boss arrivisti, killer, ecc.) e violenta che convince anche per merito di una galleria di volti sconosciuti ma ben calati nella parte. Il quadro è opprimente e desolante, l’unico personaggio positivo resta quello di Rama che si ritrova suo malgrado in un infernale lotta urbana di morti ammazzati, nel ruolo l’attore feticcio Iko Uwais ormai divenuto un nome di peso nel genere (visto di recente nel deludente, non per colpa sua, “Man of Tai Chi” di Reeves), si conferma un action man dai colpi marziali impressionanti, già nel prologo impegnato in uno scontro claustrofobico nei bagni di un carcere assalito da innumerevoli avversari.
Scenografie più ricche (molto bello dal punto di vista visivo il campo fangoso del cortile del carcere), un sottobosco di personaggi e intrecci narrativi paralleli portano “The Raid 2” alla durata di oltre due ore che non annoiano mai, tanti sono i risvolti e le situazioni che comportano cambi di scenari e l’introduzione di nuove figure, la più affascinante e memorabile delle quali è la Hammer Girl di Julie Estelle, una ragazza indonesiana carina e con gli occhiali scuri, in realtà una killer sordomuta armata di due micidiali martelli (Old Boy docet), la si vede solo in un paio di sequenze ma che lasciano il segno: l’incredibile sequenza nel vagone della metropolitana, scandita da martellate e schizzi di sangue. La ragazza si accompagna a un pazzoide armato di mazza da baseball che ama uccidere scagliando una pallina a folle velocità. Un altro che non si può non menzionare è il Prakoso di Yayan Ruhian, altro fedele di Evans, un sicario dal look trasandato che vivacizza una delle tante sotto-trame che hanno nel rapporto tra Rama e il figlio spregevole del boss Uco, ottimo Arifin Putra, quella principale.
“The Raid 2” lascia la questione della corruzione della polizia in sottofondo, la redenzione che riecheggiava nel sottotitolo del primo capitolo è ben lontana, sembra più un viaggio verso un incubo di sangue e violenza senza fine che la conclusione amplifica in modo ulteriore con scontri e duelli sempre più allucinanti e devastanti, nel frattempo c’è lo spazio di un bellissimo e lungo inseguimento in macchina pieno di stunts e trovate spettacolari (il richiamo a “Per Un Pugno di Dollari” con i contendenti che ricaricano l’arma insieme prima di spararsi). Per intensità e bellezza delle coreografie corpo a corpo il duello che si consuma nelle cucine di un locale notturno entra dritto nella leggenda del cinema action marziale, talmente forte e brutale da fare lacrimare. Rasenti al capolavoro, in ambito action attualmente (2014 e dintorni) in giro non vi è niente di simile.
Tit.originale: The Raid 2: Berendal”
Paese: Indonesia
Rating: 9/10