Aggiornato il Ottobre 4, 2012 da Il Guru dei Film
Il nuovo scatenato film dai creatori di Merantau.
Jakarta, L’agente Rama fa parte della squadra SWAT del sergente Jaka, gli uomini delle forze speciali sono diretti sopra un blindato verso una delicata missione: stanare il pericoloso ricercato Tama Ryada, un boss criminale che vive rintanato in un edificio super protetto.
La squadra SWAT inizia l’operazione di incursione, occupa i primi piani del palazzo ma, quello che appare come luogo disabitato, si trasforma presto in una trappola mortale, per l’agente Rama e alcuni suoi compagni inizia una spietata lotta per la sopravvivenza.
Per chi ha apprezzato il precedente “Merantau” (2009), lo street-martial-art di debutto del regista Gareth Evans, non é una sorpresa la forza d’urto di “The Raid”, si riconoscono gli stessi interpreti, primo fra tutti la nuova star (anche se il termine è ancora troppo altisonante) Iko Uwais, l’irruenza dei combattimenti piegati alle movenze indonesiane del Pencak Silat, e la vivace tecnica di ripresa del regista, un occidentale trapiantato in oriente che dimostra di avere assorbito le migliori influenze del cinema thai e di Hong Kong. “The Raid” è comunque un progetto di ripiego, in origine era previsto un film più ambizioso e ricco, ambientato in un carcere, le ristrettezze economiche hanno invece deciso per una vicenda ridotta ai minimi termini, anche dal punto di vista scenografico. Aspetti che alla lunga si fanno sentire nonostante il furore sprigionato: “The Raid” è una full immersion nello scontro corpo a corpo, continua e animalesca che lascia in piedi solo i più forti.
“The Raid” entra subito nel vivo, siamo in un punto imprecisato della periferia di Jakarta, all’interno di un blindato una squadra SWAT definisce gli ultimi dettagli, un portellone si apre e gli uomini bardati con le armi speciali in dotazione si riversano silenziosi lungo il perimetro di un edificio. Sono le uniche, a parte un paio di sequenze successive, inquadrature della pellicola che ritraggono gli esterni, il resto del film si dipana lungo i 15 piani di un fatiscente palazzo-condominoi. La storia è tutta qui, la caccia di un manipolo di agenti chiusa dentro un palazzo, i personaggi sono appena abbozzati, nel breve prologo sappiamo che l’agente Rama (Iko Uwais) si tiene in allenamento (marziale) e aspetta un bambino dalla giovane moglie. Stop. Anche al villain della pellicola, il Tama Ryada di Ray Sahetapy (un veterano del cinema indonesiano), sono concessi pochi secondi di presentazione, ma lasciano il segno: vediamo l’uomo intento nell’esecuzione sommaria di alcuni uomini (si presume dei traditori/rivali) freddati con dei colpi di pistola alla nuca con dettagli sanguinolenti, una scena terribile.
La commistione di arti marziali e ultra violenza delinea l’impatto visuale-grafico della pellicola, lo scontro tra le due fazioni contrapposte, agenti-criminali, degenera in virulenti combattimenti talmente ravvicinati che anche le armi da fuoco sembrano soccombere di fronte a fendenti di machete e colpi di Silat micidiali ben assestati, una situazione estrema amplificata da profusi dettagli splatter. L’agente Rama di Iko Kuwais si dimostra un maestro nei movimenti marziali, se nel primo “Merantau” ricordava Tony Jaa, in questa occasione il paragone si sposta al Jackie Chan più violento, quello anni 80 della serie “Police Story”, nella dimostrazione di complesse evoluzioni che sfruttano gli spazi ristretti di corridoio, porte sfondate e scale. Tutto molto bello, anche se il tono di “The Raid”, è bene avvisare, resta il medesimo dal primo all’ultimo minuto, una progressione monocorde che alcuni eventi, le solite situazioni con personaggi infiltrati e/o che tradiscono, non sempre riescono a nascondere.
Gareth Evans si rimette alla lezione dei maestri di Hong Kong, il Johnnie To del prologo di “Breaking News” e allo Tsui Hark di “Time & Tide” (la sequenza incredibile nel condominio), e si prodiga con una serie di carrelli, piani-sequenza, camere a mano, molto efficaci per tecnica, insomma un regista più che promettente. I combattimenti sono ottimi, con grandi stunts, se proprio si vuole muovere una critica é che, a volte, paiono ripetitivi, le coreografie sono degli stessi Evans, Kuwais e Yayan Ruhian che si ritaglia il ruolo di “Mad Dog”, un criminale formidabile nelle arti marziali che ama affrontare i nemici solo a mani nude (la bella scena all’interno della stanza uno-contro-uno). “The Raid” ha avuto un’ottima accoglienza di critica e i favori degli appassionati, Sony ha fiutato il tutto e ha già in preparazione il solito remake all’americana.
Titolo Originale: “The Raid” (intern.)
Paese: Indonesia
Rating: 7/10