Aggiornato il Aprile 7, 2011 da Il Guru dei Film
Il ritorno del grande John Carpenter alla regia dopo un'assenza decennale.
La giovane Kristen viene rinchiusa in un istituto psichiatrico dopo essere stata sorpresa in stato confusionale ad appiccare un incendio. Nel reparto la ragazza incontra altre giovani compagne con seri problemi comportamentali ma qualcosa sembra spaventarle, a sue spese Kristen scopre che di notte, nei bui corridoi, si muove una terrificante presenza ma nessuno vuole parlare di questi strani fenomeni. Kristen tenta in ogni modo di evadere intanto apprende che i segreti sepolti e la paura strisciante sono legati a Alice, una ragazza del reparto scomparsa in maniera misteriosa.
John Carpenter è forse il più grande regista horror di tutti i tempi, il suo ritorno alla regia ne ricalca lo stile che lo contraddistingue da sempre: senza clamore e proclami. Avevamo lasciato il regista con "Fantasmi da Marte" (2001), poco capito dagli stessi fans, che già denotava una stanchezza verso il cinema sempre più orientato alle nuove tecnologie ed effetti speciali invadenti, Carpenter invece aveva optato per girare un western, ambientato su Marte, la rivendicazione di un cinema classico, quello amato sin da bambino e omaggiato con affetto in ogni sua opera. "The Ward – Il Reparto" è un doppio ritorno visto che, oltre a spezzare un lungo periodo di inattività, se si escludono i due apprezzati segmenti dei "Masters of Horror", si concede alle atmosfere horror come forse non accadeva dai tempi de "Il Seme della Follia"(1994), il successivo "Vampires" (1998) in fondo era anch'esso un mezzo action-western, una storia di follia e paura chiusa in un reparto psichiatrico femminile.
"The Ward – Il Reparto" può essere preso come modello per teorizzare il concetto secondo il quale la sceneggiatura, in un film, non è tutto o quasi, in questo caso siamo dalle parti del "già visto" e, forse per la prima volta in un film del regista, non viene risparmiato un twist finale, elementi che hanno attirato diverse critiche per l'apparente risultato ordinario. Alcune caratteristiche (una protagonista bionda che vuole evadere con le compagne da un istituto) sembrano poi assomigliare, per una casualità senza dubbio, al recente "Sucker Punch", Carpenter però non fa mistero di avere apprezzato la sceneggiatura di Shawn e Michael Rasmussen e si mette al servizio della storia con una regia di una solidità unica, restia a montaggi caotici, tutta giocata sulle atmosfere e alla valorizzazione delle scenografie, i vecchi edifici di un vero ospedale, per un'autentica dimostrazione di classe "old school".