Aggiornato il Giugno 4, 2009 da Il Guru dei Film
Da un best seller di successo un intrigante thriller con venature horror ambientato nei freddi paesaggi svedesi.
Il giornalista d’assalto Mikael Blomkvist è nei guai per una controversa inchiesta ai danni di un potente uomo d’affari che lo ha citato in giudizio, questo fatto non scompone un ricco possidente che lo ingaggia per iniziare un’indagine intorno alla misteriosa scomparsa della giovane nipote avvenuta nel lontano 1966. Blomkvist accetta in quanto da bambino ha conosciuto brevemente la ragazza svanita nel nulla, al suo fianco nelle ricerche entra in maniera rocambolesca la disadattata Lisbeth Salander, una giovane combattiva che aiuta il giornalista a immergersi in un passato doloroso e oscuro ancora tutto da svelare.
I commenti più teneri su Niels Arden Oplev, il regista di “Uomini che odiano le donne“, parlano di uno stile piatto e anonimo, eppure riuscire a tenere desta l’attenzione per circa due ore e mezza, tanto è la durata della pellicola, non è un’impresa cosi semplice, un incedere narrativo che è forse meglio definire “invisibile” e da inserire in quella casistica che giudica un buon regista quanto più è abile a non farsi notare, non è questo il caso per fare scomodi paragoni ma alcuni dei più grandi di sempre come Billy Wilder e Howard Hawks erano noti per la “regia invisibile”.
Il film è estremamente godibile anche per chi non ha letto il romanzo da cui è tratto, un’opera scritta dallo sfortunato Stieg Larsonn (morto prima di riuscire a raccogliere il successo giunto solo di recente) dai forti riferimenti autobiografici e denso di messaggi progressisti e anti-razzisti neanche tanto velati. Si sente lungo tutta la vicenda la voglia di scoperchiare orrori che si nascondono dietro a persone e luoghi inattaccabili, magari per mano di individui additati dalla massa omologata come dei reietti e perdenti, proprio come i protagonisti di “Uomini che odiano le donne“.