Yes Man, dire sì è una rivoluzione

Aggiornato il Gennaio 9, 2009 da Il Guru dei Film

Film: Yes Man Jim Carrey è l’esplosivo protagonista di questa commedia che racconta la conversione di un dirigente di banca che da tre anni risponde no a qualsiasi richiesta.

Carl Allen è un dirigente di banca che da tre anni dice di no a tutto e tutti. Da quando il grande amore se n’è andato dalla sua vita a lui basta stare a casa davanti alla tv, non fa sconti a nessuno, nemmeno al suo capo che vuole tanto essere suo amico. Poi un giorno decide di partecipare alla convention del guru del movimento Say Yes (Terence Stamp) e da quel momento la sua vita diventa ‘solo si’.

 

Film: Yes Man

 

Perché una simile trama dia vita a una commedia che fa ridere e al tempo stesso diffonda il giusto senso di amaro e di paradosso esiste un solo attore: Jim Carrey. I più attenti noteranno che Yes Man è una sorta di variazione sul tema di Bugiardo bugiardo, nel senso che qui il protagonista non può fare a meno di dire si, lì, dopo una vita di menzogne, era costretto a dire la verità. Lo scarto sta nel fatto che in questo film il personaggio di Jim Carrey agisce per scelta, mentre in Bugiardo bugiardo agiva  per una nemesi.

Non c’è oggi in giro un attore che possa reggere il confronto con lui in questo genere di storie, ne’ che abbia un repertorio paragonabile di smorfie, gesti inconsulti, scatti, cambi di ritmo, improvvise accensioni, che abbia una simile capacità di essere più scemo in modo così intelligente. E quanto all’inevitbaile aspetto romantico, Carrey ha già dimostrato di cavarsela altrettanto bene: qui poi ha l’amore ritrovato è Zooey Deschanel, attrice di talento oltre che di luminosa bellezza. E, ma guarda un po’, sarà proprio la sua Allison, che ha una band che si chiama Munchausen By Proxy, a mettere in crisi il protagonista sostenendo che lui dice si al suo amore perché non sa dire di no. E in questo modo permette al re dello slaspstick contemporaneo di tirare fuori anche la parte meno ovvia di una trama che ruotando attorno a una serie di gag che nascono da una sola idea rischia di limitare fin dall’inizio un film che in America ha spopolato e di limitare un attore esplosivo. 
Paolo Biamonte