Aggiornato il Luglio 15, 2010 da Il Guru dei Film
Sceneggiato da Dardano Sacchetti, nei crediti compare però il nome della moglie Elisa Briganti in segno di rispetto al padre morto da poco, il film ritorna nei luoghi deputati ai classici anni 30-40 ("L’isola degli zombies", "Ho camminato con uno zombi"), le idilliache isole dei Caraibi trasformate in zone infernali e appestate da un lezzo di morte costante. Il prologo però si consuma nel porto di New York con l’arrivo di una nave-fantasma, bellissima citazione stokeriana, e l’apparizione della prima indimenticabile creatura mostruosa: un corpulento zombi dal volto putrefatto grondante sangue che recide la giugolare di un impietrito poliziotto, uno scroscio di sangue che mette in risalto da subito l’orda di violenza in arrivo. La città americana, nel dettaglio il ponte di Brooklyn, è anche il teatro dello splendido finale infestato da zombi fuori controllo.
Il cast non si ricorda per le doti degli interpreti che appaiono invece perfetti nel ruolo di pedine sacrificabili, la coppia formata dai legnosi Ian McCulloch (il giornalista West) e Tisa Farrow (Anne) si unisce a due giovani, gli attori Al Cliver, un fedele di Fulci e Auretta Gay, per reggiungere in motoscafo Matul, l’isola ormai compromessa dallo strano fenomeno che trasforma gli uomini in zombi studiato da Menard (Richard Johnson), uno sconcertato scienziato che ha organizzato un ospedale di fortuna in una vecchia chiesa. "Zombi 2" è in pratica una catena di sequenze indimenticabili, spesso assurde ma non per questo meno efficaci, l’ormai famoso duello sottomarino tra uno zombi e uno squalo è da inserire nell’antologia ideale del cinema di genere italiano, scena a dire il vero non ideata da Fulci ma diretta da Giannetto De Rossi, lo specialista di effetti speciali infonde un contributo decisivo per la resa estrema della pellicola grazie a un make up disgustoso per gli zombi e proverbiali parentesi splatter, tutti accorgimenti artigianali quanto si vuole ma dall’impatto devastante. Fulci con questo film comincia a crearsi la fama di "poeta del macabro", gli scorci continui di orrore putrescente e carne decomposta aggredita dai vermi sono uno shock inedito, gli zombi dei suoi film sono esseri ripugnanti e trasfigurati in maschere abominevoli che paralizzano gli spaesati protagonisti, singolari poi appaiono le soggettive dei mostri che bramano con respiro gorgogliante attraverso la vegetazione.
A metà film arriva un altro momento che ha fatto scuola, l’occhio trafitto di Olga Karlatos nel ruolo della impaurita donna di Menard, un traumatico saggio di crudeltà che alterna il primo piano dell’attrice e il calco del suo volto verso la punta letale di una scheggia di legno che le trafigge il bulbo oculare, tutto in ripresa ravvicinata e senza sconti. Il secondo tempo è una fuga continua dagli zombi, ormai padroni dell’isola ridotta a un luogo fantasma, da questo punto di vista si ricorda l’immagine del paese abbandonato all’incedere lento di uomini ormai trasformati in mostri con in primo piano un granchio, libero di solcare la strada principale. Ulteriori bordate di violenza e senso evocativo si ritrovano nella fantastica sequenza del cimitero dei conquistadores, dove un nugolo di zombi in cerca di nuova carne risorge sulle note della bella e ossessiva colonna sonora firmata da Fabio Frizzi. Conclusione spettacolare con inserti action scanditi a colpi di fucile a pompa e bombe molotov usati dai sopravissuti assediati nella chiesa contro l’attacco portato da decine di zombi. Una pellicola scatenata e avventurosa come solo il migliore cinema di genere italiano è, o meglio era, capace di mostrare. Impossibile non usare il termine inflazionato di capolavoro.
Paese: Italia
Rating: 10/10