Grindhouse: A prova di morte (2007) di Q. Tarantino

Aggiornato il Ottobre 24, 2007 da Il Guru dei Film

death proofTit. originale: Grindhouse Death Proof
Paese: U.S.A

Il nuovo film di [[Quentin Tarantino]] in origine è il secondo capitolo di “[[Grindhouse]]”, sfortunato progetto che vede anche la partecipazione dell’amico [[Robert Rodriguez]], regista della prima parte intitolata “[[Planet Terror]]”. In Europa i due segmenti, dopo il flop ai botteghini americani, vengono distribuiti separatamente, provocando lo sconforto dei fans.

“[[Grindhouse]]” è un omaggio di Tarantino e Rodriguez all’atmosfera (ormai perduta) che si respirava nei cinema di terza e quarta visione (denominati in gergo “grindhouse”, appunto), dove era abitudine programmare due film (il più delle volte horror di serie b, se non peggio) al prezzo di uno.

L’operazione è arricchita anche da “falsi trailers”, che simulano i “prossimamente” che venivano proposti nelle “Grindhouse”, alcuni diretti da registi noti come [[Eli Roth]] e [[Rob Zombie]].

Purtroppo l’esito disastroso al box office U.S.A ha decretato la decisione dei produttori di distribuire separati i due capitoli (al momento si ignora il destino dei “falsi trailers”).

“[[A prova di morte]]” arriva in Europa nella versione estesa (127 minuti contro i 90 originali proiettati in patria), e almeno questo si rivela un gradito retroscena della discussa distribuzione.

Tarantino ancora una volta riesce a sorprendere detrattori (pochi a dire il vero) e fans; il film è travolgente nella sua anti-spettacolarità, inizia con un dialogo di circa 15 minuti su una macchina, la camera è fissa sui volti degli attori, si potrebbe trattare di uno scherzo, se non fosse che “A prova di morte” ha delle improvvise impennate action che lasciano senza fiato (per es. il primo incidente, l’inseguimento finale, ecc.). Il regista sembra avere un controllo totale dei personaggi (memorabili!) e, al contrario del precedente “[[Kill Bill]]”, si concentra sui dialoghi, a tratti estenuanti (volutamente) ma a dir poco spassosi e esilaranti.

[[Kurt Russel]], subentrato in corsa al posto di [[Mickey Rourke]], impersona brillantemente [[Stuntman Mike]], un uomo inquietante e meschino allo stesso tempo, e buona parte della riuscita del film è merito suo.

Come da tradizione la colonna sonora è da urlo e le citazioni si sprecano, bellissima quella de “L’uccello dalle piume di cristallo” di [[Dario Argento]], nella sequenza in cui Stuntman Mike fotografa un gruppo di ragazze.

Ma “A prova di morte” è anche una dichiarazione d’amore verso le donne e le protagoniste che vi compaiono, da citare almeno [[Zoe Bell]] che recita praticamente se stessa, ovvero il ruolo di una stuntwoman (l’attrice è stata anche la controfigura della [[Thurman]] in “Kill Bill”).

L’aspetto tecnico, eccezionale, riproduce la “sporcizia” delle pellicole d’epoca, e da applauso sono i “pilotati” salti di montaggio, che assumono l’aspetto di segnali d’avanguardia. L’immaginario horror, forse, è poco contemplato, ma compaiono dei momenti brutali e splatter che lasciano basiti per la violenza.

In poche parole un filmone, che forse esagera l’aspetto feticista del regista per i piedi femminili (sono inquadrati ovunque), ma che diverte e stordisce come il migliore b-movie anni 70, trasmesso nel più lurido cinema di periferia.

Rating: 9/10