Aggiornato il Giugno 4, 2009 da Il Guru dei Film
“Il fango verde” è fermo ai b-movies anni 50 sotto ogni aspetto, dalla caratterizzazione stereotipata dei protagonisti alla concezione delle scenografie ed effetti speciali, questi ultimi creati da un equipe nipponica (tutto il cast tecnico è giapponese) che si occupa delle miniature che riproducono le varie astronavi e pianeti, chiaramente finti in maniera talmente ingenua da essere meravigliosi (sembra di vedere una puntata dei “Thunderbirds” solo che al posto delle marionette figurano uomini in carne ed ossa). Il cinema giapponese, anche se in ritardo rispetto a certo cinema americano, ha sempre avuto un estro creativo in grado di sopperire alle difficoltà tanto da utilizzare le stesse tecniche sino agli anni 80.
La pellicola è comunque imperdibile per i mostri prodotti dal fango verde, una variante del “solito” blob incontrollabile, delle improbabili creature informi alte circa due metri provviste di un occhio rosso al centro di un’apertura carnosa e tentacoli (assolutamente ridicoli) sibilanti ai fianchi: costumi gommosi indossati da alcuni poveracci in evidente difficoltà nei movimenti.
“Il fango verde” è stato girato in Giappone ma gli interpreti sono tutti occidentali (versione americana), alcuni reclutati nelle basi militari statunitensi del posto, le ragazze della stazione orbitante che appaiono tutte bellissime e vestite con minigonna invece sono, pare, modelle all’epoca al lavoro sulle passerelle dell’estremo oriente. Da segnalare l’impagabile momento dei festeggiamenti della distruzione del meteorite in cui viene organizzata una festa con danze, musiche anni 60 e vestiti sexy colorati. Un’altra sequenza “famosa” è la battaglia nello spazio tra gli uomini che galleggiano a gravità zero e i mostri attaccati allo scafo della stazione.
Nel suo piccolo “Il fango verde” anticipa diverse opere successive, insieme a “Terrore nello spazio” di Bava introduce gli spunti principali della serie “Alien“, il catastrofico “Meteor” (1979) non è altro che una variazione sul tema vissuta dal suolo terrestre, mentre “Armaggedon” (1998) di M.Bay sembra il remake miliardario del primo tempo. Il regista Kenji Fukasaku è uno dei maestri del cinema di genere giapponese, noto anche recentemente per la sua ultima opera diretta “Battle Royale” (2000), soprattutto attivo nei filoni del yakuza-movies e arti marziali, anche se nel 1978 dirige un’altra notevole opera di fantascienza, “Message from space“, da cui viene tratta la strepitosa serie tv “Guerre fra galassie“.
Titolo Originale: “The green slime”
Paese: Giappone/USA
Rating: 7/10