Ken: inizia la leggenda dei veri salvatori

Aggiornato il Luglio 3, 2008 da Il Guru dei Film

Film: KenshiroKen il guerriero festeggia i 25 anni dalla sua nascita e si prepara ad arrivare al cinema con ben cinque lungometraggi. Ken il guerriero e la leggenda di Hokuto sarà seguito infatti da La leggenda di Julia, La leggenda di Raoul, La leggenda di Toki e dalla Leggenda di Kenshiro.

I cinque film – il titolo della serie è La Leggenda dei Veri Salvatori –
ripercorrono la trama della prima storica serie televisiva, ampliandone
gli spunti narrativi, aumentandone la spettacolarità e approfondendone
il profilo psicologico dei personaggi.

Ken il guerriero è un cult assoluto del manga: creato da Tetsuo Hara e Yoshiyuki Okamura (che si firma Buronson perchè sembra che somigli a a Charles Bronson), la storia in 27 volumi viene pubblicata per la prima volta nel 1983 in Giappone (Shōnen Jump). Il titolo originale è Hokuto no Ken, che può essere tradotto come Kenshiro della scuola di Hokuto.

Ken il Guerriero arriva in Italia a partire negli anni ’80, con due serie spesso (109 episodi la prima, 43 la seconda) riproposte da diverse emittenti TV locali. E’ stato poi proposto in edicola (ancora ai tempi dei VHS) e infine neanche tanto tempo fa da MTV (solo però Ken il Guerriero – La Trilogia, una miniserie nuova apparsa anche in DVD il cui titolo originale è appunto Shin-Hokuto no Ken).

ken il guerriero

Al suo interno si trovano una gran quantità di stereotipi della cultura e dei manga: l’olocausto nucleare, le arti marziali, il senso del sacrificio, la tristezza, il dolore – in pratica, il bushidō dei samurai – l’amicizia e l’amore.

L’ambientazione: alla fine del 20° secolo c’è stato un conflitto nucleare globale, che ha riportato il mondo ad uno stato pre-industriale. Grandi aree desertiche, mari prosciugati, insomma un vero disastro. I sopravvissuti vivono in piccoli villaggi, spesso tra le rovine delle città, cotretti a subire i soprusi e le violenze di bande di predoni che si aggirano a caccia di qualsiasi risorsa.

Kenshiro è il 64° successore della Divina Scuola di Hokuto (Hokuto Shinken), una scuola di arti marziali di antichissima tradizione, la cui tecnica di combattimento si ispira ai principi dell’agopuntura, grazie alla quale è possibile guarire o distruggere, modificando e/o accentuando l’energia nel corpo dell’avversario attraverso la stimolazione di particolari punti di pressione chiamati tsubo.

Hokuto non è la sola scuola di arti marziali sopravvissuta all’olocausto: la Sacra Scuola di Nanto, la Scuola Imperiale di Cento e l’Hokuto Jen sono solo le principali scuole che Ken incontrerà nel suo percorso.

La storia è molto articolata: all’inizio Ken cerca di ritrovare Julia, il grande amore della sua vita, rapita da Shin (maestro della Scuola dell’Aquila Solitaria di Nanto); combatterà, e sconfiggerà, i luogotenenti di Shin, che intanto di è autoproclamato Re di Nanto, fino a scontrarsi con lo stesso Shin.

Nel frattempo emerge un nuovo filone: il Maestro della Divina Scuola di Hokuo aveva adottato tre bambini: Ken, Raoul (Raoh) e Toki. Solo uno dei tre sarebbe diventato il successore della Scuola, e la scelta cade su Kenshiro, ma Raoul, il maggiore, decide di ribellarsi alla decisione del padre e inizia la conquista del mondo definendosi "Re di Hokuto".

Completata con successo anche questa fase si chiude la prima serie. Nella seconda Kenshiro dovrà fronteggiare la Scuola Imperiale di Cento (o Gento?) il cui campione è Falco, il Generale d’Oro. Finirà poi nell”Isola dei Demoni, per scoprire l’esistenza di una linea deviata di Hokuto, l’Hokuto Jen, di un nuovo temibile avversario (Kaio, o meglio Kaoh) che si scoprirà essere fratello di Raoul, e addirittura di un fratello vero, Hyo.

Il manga si ispira a molti personaggi della cultura contemporanea, da Bruce Lee a Stallone, da Mad Max – soprattutto per l’ambientazione post-atomica – per finire a Boy George, modello di Yuda (uno dei cattivi più importanti incontrati da Kenshiro).

Ken il guerriero – La leggenda di Hokuto – Director’s Cut, è lo sviluppo del celebre fumetto "L’episodio del Mausoleo a Croce del Sacro Imperatore", in cui Kenshiro combatte contro il Sacro Imperatore Sauzer (Souther). A differenza della storia originale (raccontata nel manga e nella serie tv), strutturata dal punto di vista del protagonista Kenshiro, nel lungometraggio l’attenzione si concentra su Raoul (Raoh), il maggiore dei tre fratelli di Hokuto, lanciato nella sua corsa alla conquista del potere. In questa versione per il grande schermo, sarà finalmente mostrato al pubblico il profondo amore che costituisce le radici stesse della volontà di dominio che muove ogni piano del Re.

Oltre a Raoul il dominatore e a Kenshiro il salvatore, un’altra figura importante è rappresentata dal Sacro Imperatore Sauzer, Pugno della Fenice di Nanto; quest’ultimo, al pari di Raoul, domina le genti con la violenza e intende conquistare il mondo. A testimonianza della sua crudeltà, Sauzer ha deciso di erigere il Mausoleo a Croce del Sacro Imperatore, simbolo del suo potere: per realizzare questa gigantesca costruzione ha dato il via a una spietata caccia ai bambini, impiegati per la realizzazione del suo folle progetto autocelebrativo. Ad osteggiare Sauzer ci sarà anche Shu, guidato dalla Stella della Benevolenza. Oltre a essere una valoroso guerriero della Scuola di Nanto, è anche colui che in passato ha salvato la vita a Kenshiro bambino. Egli, nel tentativo di bloccare la costruzione del Mausoleo e rimettere ordine nelle fila di Nanto ormai nel caos, organizzerà una vera e propria resistenza.

"Nel momento in cui Nanto perde il suo giusto ordine, Hokuto fa la sua comparsa": l’incontro tra Shu e Kenshiro dopo anni verrà accompagnato proprio da queste parole. Alla fine, il destino degli uomini di Hokuto e di Nanto si compie nella leggendaria e mortale battaglia tra Kenshiro e Sauzer, il Sacro Imperatore, tramandatore del Pugno della Fenice di Nanto e possessore di un corpo sul quale non ha effetto l’Hokuto Shinken. Riuscirà Ken a fermare la violenza dello spietato Sauzer? Il leggendario combattimento tra Kenshiro e Sauzer vivo tuttora nei ricordi degli spettatori e dei lettori, è riproposto in questo lungometraggio con un’animazione di altissima qualità, accompagnato da effetti sonori più realistici e suggestivi.

Il lungometraggio è diretto da Takahiro Imamura e dagli autori storici del manga, Tetsuo Haura e Buronson. Per questo primo capitolo i due maestri si sono fatti affiancare da uno “special guest” di grande rilievo: Tsukasa Hojo. Già autore di City Hunter e Occhi di Gatto, Hojo ha curato personalmente lo sviluppo e l’animazione della protagonista femminile, Reina.

Se avete sospettato – come ho fatto io, lo confesso – di assistere a una classica operazione cinematografica estiva, ossia la proiezione nelle sale di un maldestro remix delle puntate storiche, siete stati (siamo stati) troppo diffidenti. Se da una parte – proprio con Kenshiro – abbiamo già subito qualche operazione di remix, in questo caso si tratta di un vero lavoro di approfondimento e di restyling.

Se conoscete già la saga di Ken e avete visto tutti gli episodi (come il sottoscritto) non aspettatevi uno sviluppo narrativo diverso da quello che conoscete: la novità stà proprio nello sforzo di delineare meglio i protagonisti, di far emergere in modo più completo gli aspetti della personalità e – è il caso di dirlo – l’estrema sofferenza che caratterizza tutta la storia, unica emozione capace veramente di dare spessore all’esistenza.

Forse può sembrare un punto di visto un po’ estremo, ma solo se lo interpretiamo con l’ottica occidentale-cattolica: non bisogna dimenticare che – per esempio, e perdonerete spero il riferimento – lo stesso Buddha si è attivato spinto dalla sua capacità di capire, comprendere e fare propria la sofferenza dei suoi simili. La misericordia, la pietà – intesa proprio nel senso di condividere il dolore degli altri – è la principale qualità di Kenshiro che, in quanto guerriero, la trasforma in forza.

Ed è proprio l’essenza della Divina Scuola di Hokuto che insegna ad assorbire pienamente, attraverso il dolore e la sofferenza, la forza e la tecnica di qualsiasi opponente, amico o nemico che sia. Nella mistica di tutto il mondo questa linea di pensiero è totalmente condivisa: l’acquisizione della forza passa attraverso la sofferenza, e il livello di forza sarà pari al livello di sofferenza che l’adepto è in grado di sopportare. Anche nella Magia Nera occidentale, il mago può infliggere solo le sofferenza che lui per primo ha affrontato e superato. Chi ha seguito la storia ricorderà come lo stesso Muso Tensei, l’attacco che il padre adottivo conduce contro Raoul, funziona solo la prima volta: non è infatti possibile usare due volte la stessa tecnica contro chi conosce Hokuto.

In Kenshiro vivono tutti gli splendidi guerrieri che ha incontrato, la loro tecnica come la loro sensibilità e – di conseguenza – la loro sofferenza. Questa sarà la chiave che permetterà a Ken di superare qualsiasi scontro: l’avversario va principalmente capito e compreso, nel senso letterale del termine, cioè bisogna farlo diventare una parte di se. Se usciamo un attimo dalla logica del fumetto, forse ci rendiamo conto che un po’ di Hokuto (o chiamatelo come vi pare) farebbe bene a tutti quanti.