La Notte della Cometa (1984)

Aggiornato il Marzo 9, 2015 da Il Guru dei Film

Due sorelle nella spettrale Los Angeles colpita dagli influssi di una cometa.
Non si parla altro che del passaggio della cometa vicino alla Terra, la sera dell’avvenimento Regina ha di meglio da fare e si apparta con un amico …

al mattino seguente la ragazza si accorge che in giro non vi è un’anima viva, anche il suo ragazzo è sparito e tutti sembrano vaporizzati. Regina raggiunge casa e scopre che sua sorella è viva e vegeta ma incurante del fatto che in strada, i vicini, le persone della zona, sono scomparsi, a terra si vedono solo dei vestiti vicino a dei granelli di sabbia. Le due giovani decidono di raggiungere una vicina stazione radio da cui proviene un programma musicale.

In Italia poco visto e conosciuto sin dai tempi della sua uscita, La Notte della Cometa è divenuto uno degli innumerevoli (mini)cult anni 80 in patria, una comedy-(fanta)horror intrisa dello spirito di quel periodo, motivo principale per il quale è ricordato con affetto. Guardare questo film è come infilare la testa in una finestra spazio-temporale aperta al 1984, tra sogni adolescenziali e ingenuità, fuori per le strade incombe l’apocalisse ma poco importa. E’ questo il tono vincente di un film piccolo che ricorda gli incubi zombi di Romero solo in superficie, stravolgendo il concetto di pericolo e sopravvivenza verso un’avventura leggera ambientata in una Los Angeles disabitata e spoglia. La Notte della Cometa si ascrive al genere zombi ma di morti viventi se ne vedono ben pochi, prospettiva che può deludere gli appassionati del genere, inutile aspettarsi orde di ritornanti. Cosa ha di speciale quindi questa pellicola?

La risposta è semplice: Regina e Samantha, le due sorelle protagoniste interpretate da Catherine Mary Stewart (la tipa di “Giochi Stellari”!) e Kelli Maroney. Ci si può dividere sul chi scegliere, meglio la bionda e stralunata Sam? o l’affascinante e combattiva Regina? in entrambi i casi non si sbaglia, sono fantastiche. Due adolescenti mezze svampite ma così carine e simpatiche da sembrare le perfette ragazze della porta accanto che tutti vorrebbero avere. I maschietti le sognano, le ragazzine si ritrovano nei loro comportamenti, il tutto cosparso di nostalgia e tempo che non torna più indietro. Se non bastasse arriva la scena in cui le due si danno la pazza gioia, con cambi di trucchi e vestiti, in un centro commerciale abbandonato sotto le note di “Girls Just Want to Have Fun” di Cyndi Lauper nella cover di Tami Holbrook roba da fare salire il magone per la commozione. Le due riuscite protagoniste che si ritrovano a giocare nella downtown con in pugno delle MAC-10, mascherano una vicenda non proprio travolgente, anche per una questione di budget risicato, con dialoghi piuttosto piatti, alcuni inutili, per non parlare dei pochi zombi disponibili, persone consumate dagli influssi funesti della cometa.

Il film scritto e diretto da Tom Eberhardt ha la buona intuizione scenografica della città di Los Angeles deserta, senza macchine per le strade, accecata da una colorazione rossa dovuta agli influssi della fantomatica cometa che hanno polverizzato la maggior parte della popolazione, di cui rimane solo qualche straccio e vestito, e colpito i sopravvissuti in una forma di regressione che li rende zombi, solo alcuni soggetti protetti per loro fortuna dall’acciaio sembrano immuni al contagio. Lo spunto parte dalle cronache del periodo, si parlava molto dell’imminente passaggio della cometa di Halley, avvenuto poi all’inizio del 1986. Ci sono almeno un paio di sequenze di zombi/contagiati che non sono male, brevi ma d’impatto, in particolare quelle con Samantha inseguita da poliziotti-zombi in motocicletta.

Al fianco delle due ragazze si nota un altro scampato, il camionista messicano Hector di Robert Beltran (Star Trek Voyager),  simpatica presenza, divertita nella scena vestito da cowboy. A un certo punto saltano fuori degli scienziati-militari che in segreto all’interno di una base stanno mettendo a punto un siero per debellare la corruzione dei tessuti umani.  Anche in questo caso La Notte della Cometa gioca per sottrazione e anti-climax, vi sono scene di fughe ed esperimenti su innocenti prevedibili ma sempre smorzate dall’ironia e prive di vera violenza, quasi sorprende l’intermezzo malinconico del sacrifico di una scienziata che si lascia morire. Tra gli scienziati si riconosce Geoffrey Lewis, il nome più celebre del cast, abbastanza svagato e improbabile nella parte, forse ignaro del fatto che decenni dopo La Notte della Cometa, seppure mezzo scombinato come i suoi protagonisti, avrebbe trovato ancora un pubblico disposto a (ri)vederlo. Alla luce di decine di inutili e orribili remake, in questo caso sarebbe doveroso un rifacimento fatto coi soldi.

 

Tit. Originale: Night of the Comet
Paese: USA
Rating: 7/10