Livide (2011)

Aggiornato il Febbraio 12, 2013 da Il Guru dei Film

livideUn film soprannaturale per i registi di “Inside”.

 La giovane Lucy, al suo primo giorno di lavoro come infermiera domiciliare, scopre la triste realtà dei malati costretti a vivere in casa, spesso soli e anziani, in attesa della morte. Una delle visite conduce alla villa isolata di una vecchia insegnante di danza, ridotta in stato vegetativo, una donna dalla vita misteriosa che le storie locali indicano in possesso di un tesoro, nascosto da qualche parte nella casa.

Lucy racconta le dicerie intorno alla inquietante paziente al fidanzato Will che non ci pensa due volte e insiste nell’andare alla ricerca del malloppo nascosto. I due fidanzati, insieme a un amico, una notte decidono di introdursi nella vecchia villa….

Dopo avere sorpreso con il sanguinolento debutto “A L’interieur” (titolo internazionale: Inside, 2007) i francesi Alexandre Bustillo e Julien Maury tornano con un film differente, dalle atmosfere classiche e riconducibili al cinema horror del passato. Meno splatter e ultra-violenza, caratteristiche della precedente opera, per un approccio nostalgico che in molti hanno visto come un passo indietro del duo registico, forse non a torto, ma che denota la totale autonomia verso un cinema personale/passionale, restio a seguire trend imposti e, tanto meno, fans in attesa di ingiustificati bagni di sangue. “Livide” sembra rientrare nei ranghi del cinema horror francese di titoli come “Saint Ange” o “Amer”, quello che riflette l’influenza del passato del vicino horror italiano, da quelle parti ancora venerato come modello di riferimento.

Livide

I rimandi all’ultimo episodio de “I Tre Volti della Paura” di Bava, quello con il cadavere composto nella stanza, e alla inquietante scuola di danza vista in “Suspiria” di Argento, paiono evidenti e si accompagnano a un’insistita ricerca di una stagione irrimediabilmente lontana, anche dal punto di vista delle scenografie tutto appare vecchio e decadente, nonostante la dimensione temporale sia situata ai nostri giorni é difficile scorgere uno smartphone o altri gadget moderni.  La vicenda si concede qualche libertà di troppo in fase di sceneggiatura (tra le varie incongruenze: difficile credere che una vecchia venga tenuta in stato vegetativo dentro una villa isolata, all’ultimo piano in aggiunta). Per insistere sui punti deboli si nota che i protagonisti sembrano fare apposta le cose più improbabili per cacciarsi nei guai, il film inoltre affronta l’inflazionato genere delle “case maledette” con il rischio di risultare il più delle volte prevedibile. Insomma “Livide” può apparire vulnerabile ma riesce sin dal prologo, ambientato su una spiaggia sferzata da venti gelidi, a trasmettere una genuina inquietudine e creare interesse nel seguire la protagonista alle prese con un’occupazione non semplice, a contatto con la sofferenza e la solitudine.

“Livide” è la rivelazione di un orribile segreto, sepolto nelle ombre del tempo di una antica casa, una storia di dolore e morte che ha legato per sempre una severa insegnante di danza degli anni 30 con la figlia Anna, deceduta in giovane età. Creature ritornanti e oscure presenze si materializzano, risvegliate da ignari visitatori e la complicità di insospettabili custodi, nel suo piccolo “Livide” propone un campionario di mostri notevoli, cristallizzati nel passato, efficaci nel reclamare quello spicchio di amore che non hanno mai conosciuto. L’utilizzo degli effetti speciali é ridotto all’osso per privilegiare l’atmosfera buia e gotica della location principale, non si sfugge alla presenza immancabile di vecchie bambole in alcune gustose sequenze mentre piace la bella citazione a “Silent Hill”, evocato nell’assalto improvviso di misteriose e velate assassine.

L’attenzione maggiore si riversa sui personaggi della (vecchia) insegnante di danza Jessel, l’attrice Marie-Calude Pietragalla avrà modo di manifestarsi sotto diverse forme, e della figlia Anna (Chloé marcq) aspirante ballerina, quest’ultima un bel ritratto gotico e sofferto che colpisce, anche dal punto estetico-visivo. Beatrice Dalle, autentico spauracchio nel precedente “Inside”, compare solo in un fulmineo cammeo a interpretare la madre morta (suicida, ovvio) della protagonista interpretata da Chloé Coulloud, una moretta dalle morbide curve. Nel cast anche Cathrine Jacob nella parte “particolare” della scafata infermiera che introduce Lucy nel lavoro. Per non deludere del tutto i fan dello splatter estremo giungono un paio di momenti, brevi, mica male, pregni di sangue e squartamenti. Il finale si apre a scorci onirico-deliranti e ambizioni di poesia che non sembrano andare sempre a bersaglio, “Livide” resta convincente nella regia e ricerca visiva e ben dispone a un eventuale prossimo film della coppia francese.

Titolo Originale: “Livide”
Paese: Francia
Rating: 7/10