Aggiornato il Giugno 6, 2008 da Il Guru dei Film
Halle Berry e Benicio Del Toro sono i protagonisti di questo film bello e drammatico di Susanne Bier sulla storia di una donna rimasta vedova che ritrova la voglia di vivere aiutando un amico tossicomane del marito a uscire dalla droga.
Noi due sconosciuti, sugli schermi italiani il 12 giugno, è un buon esempio di come si possa raccontare l’amore e la sofferenza senza scadere nella lacrima facile. A dirigerlo è Susanne Bier, regista danese di Dopo il matrimonio, che per il suo debutto hollywoodiano si toglie lo sfizio di lavorare con due premi Oscar, Halle Berry e Benicio Del Toro.
La storia sembrerebbe banale: Audry (Halle Berry) e Brian (David Duchovny) sono sposati, inseparabili e hanno due bambini. Quando Brian viene ucciso accidentalmente mentre tenta di sedare una rissa, Audry si trova sola con i figli e azzerata dalla disperazione. C’è però un’altra persona che viene segnata da questa morte: è Jerry (Benicio Del Toro), il miglior amico di Brian. Jerry era un avvocato ma la sua vita è andata a rotoli perchè è un eroinomane. Il suo unico sostegno era proprio Brian, l’unico ad averlo sempre aiutato nonostante tutto. Dal canto suo Audry non ha mai potuto vedere quell’uomo che da buon tossico è diventato anche un malvivente eppure proprio attraverso lui troverà la forza di riprendere a vivere. L’originalità del film sta nel modo in cui avviene questo processo: tanto per dire i due non fanno l’amore e non hanno una vera e propria romance. Piuttosto condividono i reciproci inferni interiori. Jerry si trasferisce a casa di Audry dove si dedica a lavoretti domestici in cambio di un tetto, un letto e cibo sicuri e comincia a lottare con la sua dipendenza. La sofferenza per la mancanza dell’eroina è una sorta di specchio di quella del marito adorato, lo scontro faccia a faccia con il pericolo dell’autodistruzione è la strada per tornare alla vita, dare un senso all’esistenza di un uomo che non ha più nulla da perdere regala un nuovo futuro a una donna che credeva di aver perduto tutto.
Paolo Biamonte