Aggiornato il Settembre 3, 2009 da Il Guru dei Film
Gli effetti speciali sono praticamente inesistenti, a parte un rudimentale simulatore-videogioco in cui si cimenta Tobor per esercitarsi nei voli spaziali, mentre la location principale è il sotteraneo-laboratorio di una villa isolata controllata da un computer centrale, lo si intuisce da una voce che avverte dell’arrivo di intrusi, e un sistema di telecamere a circuito chiuso, un’idea per i tempi tutto sommato innovativa. Non viene detto ma i cospiratori che intendono mettere mano su Tobor sono russi, si capisce per alcuni riferimenti al "partito", e naturalmente sono cattivi e violenti, ad un certo punto minacciano il nipote del professore, detto Grillo(?), con una fiamma ossidrica.
Il ragazzino è una figura centrale per la simbiosi che instaura con il robot, nel finale il richiamo telepatico di Grillo induce Tobor a salvarlo, un rapporto-achetipo tra uomo e macchina che verrà replicato in decine di produzioni successive, si pensi a numerosi cartoni animati giapponesi o al film d’animazione "Il gigante di ferro" (1999). La pellicola dura meno di 80 minuti, c’è anche la bella attrice bionda Karin Booth ma non viene presa tra le braccia di Tobor come suggeriscono certe (splendide) locandine vintage, i dialoghi sono di una banalità disarmante.
Gli ultimi venti minuti si segnalano per essere quelli più movimentati e divertenti, finalmente Tobor entra in azione e comincia a sfondare pareti e cancelli, per raggiungere Grillo e il professore imprigionati dai russi, in seguito per non fare tutta la strada a piedi si mette alla guida di una Jeep(!) sottratta ad un povero militare tramortito. La povertà dei mezzi è anche troppo evidente, un remake in questo caso sarebbe un’operazione gradita, e Sholem non riesce sempre a spezzare quel senso di monotonia presente lungo tutta la vicenda, "Tobor the great" resta un b-movie simpatico e con alcuni spunti interessanti.
Titolo Originale: "Tobot the great"
Paese: U.S.A.
Rating: 6/10