Aggiornato il Febbraio 11, 2010 da Il Guru dei Film
Il film si può quasi dire concluso in questi primi frangenti, quello che arriva dopo è una stanca e noiosa indagine senza nerbo intorno a un omicidio di un tizio ritrovato stecchito e congelato in mezzo al nulla, oltre a chiare ferite mortali inferte da qualcuno, il cadavere ha la particolarità di avere le membra sfondate come nei casi riscontrati per cadute da notevoli altezze. L’insistenza dei dettagli macabri, la cornice ghiacciata e il trasferimento tramite un elicottero di Carrie verso una base isolata per proseguire le indagini, fanno balenare per un momento reminescenze del capolavoro "La Cosa" (1982) di John Carpenter, ma è solo un pensiero che, purtroppo, evapora subito dato che qui la tensione creata dal regista Dominc Sena ("Fuori in 60 secondi", "Codice Swordfish") è al lumicino e non tratta di orrori inesplicabili, ma di cose ben più terrene e, anzi, del solito killer, irriconoscibile nei lineamenti coperti da occhialoni e sciarpe, che se ne va in giro a prendere la gente a colpi di piccozza.
"Whiteout" pretende cosi di tenere desta l’attenzione su questa strana catena di omicidi, il primo morto infatti ne fa seguire altri, innescati per una ragione tutt’altro che sconvolgente svelata solo nel finale insieme all’identità dell’assassino. Carrie intanto viene a contatto con una serie di personaggi ambigui, primo fra tutti un agente inviato dall’ONU interpretato da Gabriel Macht che sembra specializzato in flop, e "Whiteout" lo è con i suoi miseri 12 milioni di $ totali nel mondo, dopo lo sconclusionato "The Spirit" in cui interpreta l’omonimo eroe mascherato. Nel cast anche Tom Skerrit, nel ruolo del medico John Fury, l’attore noto ai più per essere il capitano della Nostromo nel primo "Alien" (1979). Il mistero sembra ruotare intorno agli scavi che un’equipe di scienziati ha interrotto bruscamente per la furia di un assassino senza nome, la visione della morte rievoca in Carrie un tragico avvenimento del passato, sono dei flash-back che vengono riproposti a intermittenza su una sanguinosa sparatoria avvenuta a Miami, lo stesso che l’ha convinta a lasciare tutto alle spalle e accettare un lavoro nel luogo più lontano del mondo.
Le locations delle riprese sono state individuate in Canada, il gelo, le tormente di neve e gran parte degli scenari sono però da attribuire agli effetti speciali digitali, molto efficaci bisogna riconoscere visto che la sensazione di freddo trasmessa è costante e, per certi versi, anche traumatizzante. Compare qualche scena movimentata, quelle con i protagonisti legati alle funi per non perdersi nella tormenta sono incomprensibili e tirate per le lunghe, troppo poco per "scaldare" un film alla fine scontato e penalizzato da una sceneggiatura(scritta a 4 mani da due coppie di fratelli) non all’altezza.
Titolo Originale: "Whiteout"
Paese: USA
Rating: 5/10