Aggiornato il Luglio 8, 2010 da Il Guru dei Film
Un bizzarro horror-jap con zombi, militari e dischi volanti.
Nei pressi del monte Fuji si schianta un disco volante che sprigiona una strana radiazione verde con il potere di fare resuscitare i morti in zombi. Nella zona diverse persone vengono a contatto con il fenomeno, i primi sono una squadra di militari che vedono resuscitare un cadavere di una donna suicida, poco distante un gruppo yakuza deve vedersela con un uomo giustiziato da una pallottola in testa che non ha nessuna intenzione di crepare, in un piccolo albergo nella foresta un tizio tenta di occultare il corpo dell’amante appena deceduta ma ignora che di li a poco tornerà trasformata in famelica zombi.
Incredibile zombie-movie girato con due yen senza l’assillo di risultare freschi e innovativi, anzi si può dire che si fatica a credere che la pellicola sia cosi recente dato che sembra girata dieci anni prima e non nel 2006. Alcuni effetti speciali digitali risibili e la totale confezione ultra-cheap dell’opera penalizzano un prodotto diretto con un certo piglio: il ritmo é buono e le scene sono movimentate quanto basta, la sensazione però é che al regista Naoyuki Tomomatsu, conosciuto a una fetta underground di appassionati per i folli "Eat the schoolgirl" e "Stacy", non importi nulla che "Zombi Self-Defense Force" risulti come una completa farsa, quasi uno svago di un ragazzino impazzito armato di video-camera. Il patriottico prologo con la voce fuori campo, su uno sfondo computerizzato (orrendo!) della bandiera giapponese, snocciola con fare ironico il sentimento di repulsione/amore nei confronti degli americani, capaci di sterminare oltre un milione di giapponesi nel corso della seconda guerra mondiale ma ammirati per la cultura a base di hamburger, rock’n’roll, Hollywood e sopratutto per…..George A. Romero (!!), un vero genio come viene definito.
Impossibile prendere sul serio l’esplicito invito al Giappone di ritrovare la forza militare per contrastare i vicini poco socievoli, Corea del nord e Cina, ma il film ci prova lo stesso con il sorriso sulle labbra e un’armata di morti viventi sbucata all’improvviso nella foresta alle pendici del mitico monte Fuji. A inizio film si vede lo schianto di un disco volante, del tutto simile a quello usato da Alcoor nella serie animata "Goldrake", riprodotto per mezzo di una scalcinata computer grafica che per fortuna viene utilizzata il meno possibile, l’oggetto volante viene notato da una serie di persone che poi, come facile prevedere, scopriamo essere i protagonisti del film. Si intravede anche un pullman carico di studenti che sbanda fuori strada ma il loro destino viene svelato solo nello sgangherato finale. I morti viventi fanno la loro comparsa pochi secondi dopo, per il make up artigianale delle creature siamo fermi al 1980 o giù di lì, la somiglianza coi film italiani dell’epoca forse è anche voluta, uguale anche l’approssimazione delle produzioni più basse con alcune parti del corpo (collo, mani, ecc.) prive di trucco. Vedere però all’improvviso delle persone comuni alzarsi e schizzare di liquidi, frattaglie e schifezze assortite è sempre qualcosa di ipnotico e primordiale. Molto gradito l’insistito effetto sonoro degli zampilli di sangue delle vittime, degli scrosci liquidi interminabili e irreali.
Dalle parti della terra del sol levante sull’argomento erano già passati, alla fine del secolo scorso, "Versus", "Wild Zero", "Junk", ecc., per coloro che avevano apprezzato troveranno "Zombie Self-Defense Force" un film con poche sorprese, a parte forse il feto-zombi, fuoriuscito dalla pancia di una poveretta esplosa come in una scena di "Zombi 3", un assurdo (pu)pazzo-omaggio a "It’s Alive" di Cohen che in una scena si permette pure un gesto di auto-erotismo (da vedere!) prima di saltare sulle pareti come una scimmia. La storia ruota intorno a un plotone di militari tra i quali compare la protagonista principale, la bella soldatessa Yuri, che vediamo colpita da strani flash-back riguardanti una sala operatoria, il personaggio infatti nasconde un segreto … (chi non vuole rovinarsi la "sorpresa" può smettere di leggere)