Aggiornato il Giugno 17, 2014 da Il Guru dei Film
Un war-movie tratto da una vera missione dei Navy Seals in Afghanistan.
Afghanistan, giugno 2005. L’operazione militare Red Wings dei Navy Seals prevede l’incursione furtiva di quattro soldati speciali all’interno delle linee nemiche per eliminare un pericoloso leader talebano. L’obiettivo viene individuato ma i quattro sono scoperti prima di compiere la missione e si danno a una precipitosa ritirata, soli e con i mezzi di comunicazione guasti vengono braccati dai talebani sulle alture delle montagne.
La guerra in Afghanistan iniziata dagli U.S.A. contro i talebani a partire dal 2001 è ancora in corso, meglio ribadirlo, un conflitto difficile e controverso, come tutte le guerre viene da dire, un tema che Hollywood ha affrontato in modo marginale e controvoglia, sono ben pochi i titoli di riferimento tra i quali svetta il recente Zero Dark Thirty (2012). Lone Survivor è il punto di vista di un Navy Seal che ha vissuto esperienze terribili sul campo, lo sguardo dell’America che combatte in terra straniera per il proprio paese, insomma la propaganda yankee è scontata e non potrebbe essere altrimenti, questo non è necessariamente un difetto e non appare in maniera tronfia, memore forse dell’approccio sofferto del film della Bigelow. La pellicola di Peter Berg è tratta da un libro dell’ex Navy Seal Marcus Luttrell scampato all’operazione Red Wing, il personaggio interpretato nel film da Mark Wahlberg.
Lone Survivor contiene già nel titolo uno spoiler grosso come una casa, si tratta di un’operazione militare che si trasforma in una lotta per la sopravvivenza da parte del protagonista principale, l’aspetto più delicato che consiste nel coniugare la realtà con la spettacolarizzazione si può dire riuscito, a discapito del realismo ma questo è da mettere sempre in preventivo. Per la cruda realtà ci sono i documentari e i telegiornali mentre Lone Survivor enfatizza le situazioni, le espande con i ralenti e la colonna sonora, azzera i tempi morti, carica di emozioni forti con primi piani insistiti e drammatici e apre squarci panoramici di bellezza cristallina che, in un concitato scontro sul campo, difficilmente qualcuno si permetterebbe di contemplare. A tal proposito si può dire che all’occhio più attento non sfuggono gli scenari del New Mexico utilizzati per ricreare le montagne afgane, molti simili forse ma non del tutto veritieri, una prassi comune su cui si può soprassedere. Lone Survivor resta dentro ai limiti del cinema di guerra più classico e in fondo, non inventa nulla che si è già visto e non si perde in disquisizioni sul cosa è giusto o sbagliato. Peter Berg viene dal blockbuster di fantascienza Battleship, in precedenza aveva affrontato con The Kingdom le ingerenze U.S.A militari in medio oriente.
Il film è un omaggio ai Navy Seals, anche commosso, alle truppe di combattimento speciali americane, quelli insomma che rischiano per primi e più di tutti, il prologo e la fine di Lone Survivor si spingono nel cinema verità con immagini autentiche: stralci di esercitazioni militari nei titoli di testa, nel finale arriva il ricordo dei caduti colti in immagini e video che li ritraggono nella vita privata, spesso accanto alle rispettive compagne. Quattro commilitoni, quattro fratelli come si definiscono, vengono spediti nelle boscaglie montane dell’Afghanistan per una delicata operazione, hanno la mente legata altrove, alle loro mogli, agli acquisti da fare per mettere al meglio la casa, ma sono i migliori e meglio equipaggiati soldati al mondo e hanno un dovere da compiere. La presentazione dei quattro protagonisti è breve ma efficace, Mark Whalberg è la star ma non ruba la scena agli altri compagni, tra i quali si riconoscono Taylor “John Carter” Kitsch, Emil Hirsch e Ben Foster, per un buon cast che delinea al minimo ma a sufficienza le diverse personalità. Il mondo virile e coraggioso dei Navy Seals non manca di essere mostrato, anche con (auto)ironia, come nel caso dell’iniziazione del novellino nella base operativa in cui si intravede anche l’attore Eric Bana.
Se diamo per vero tutti gli eventi proposti, l’intelligenza tattico-militare dei Navy Seals lascia alquanto a desiderare, i fatti parlano comunque di una disfatta e una tragedia che ha falciato diverse vittime in entrambe le fazioni e che hanno nella guerriglia sulle montagne il momento più coinvolgente e drammatico. La regia di Peter Berg composta in gran parte di riprese a mano e montaggio serrato mette in scena notevoli sequenze di combattimento ravvicinato con i quattro Seals braccati da nugoli di talebani che sbucano da ogni dove armati di mitragliatori e RPG, nelle scene d’azione più spettacolari sono coinvolti anche elicotteri ed effetti speciali realistici, le scene che rimangono più impresse sono però quelle dei voli rovinosi dalle rupi rocciose per sfuggire il nemico. Una lotta estenuante che diviene un massacro che ha un unico punto di vista, quello americano, salvo poi inserire alcuni ritratti di afghani molto sorprendenti che, sempre rimanendo alle cronache, sono ispirati da situazioni reali occorse al vero Marcus Lutrell che appare in brevi sequenze del film (nella base americana, quello che rovescia la bevanda sul tavolo).
Tit.originale: Lone Survivor
Paese: USA
Rating:7/10